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Like di Renzi oltre il Pd

Sono solo “mi piace” su Facebook, ma sembrano indizi sulle mosse future dell’ex segretario

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Roma. Non è andato all’assemblea del Pd, sabato scorso a Roma; ostenta distacco dal congresso, anche se i suoi uomini (da Luca Lotti a Lorenzo Guerini) sostengono la candidatura di Marco Minniti alla guida del Pd; mette like su Facebook a chi gli consiglia di uscire dal Pd e farsi un movimento tutto suo. L’insofferenza del senatore Matteo Renzi per il Pd è sempre più palpabile. L’altro giorno ha attaccato il governo Lega-Cinque stelle sui condoni (“Facile fare il populista quando sei all’opposizione, ma quando vai al Governo la realtà ti presenta il conto”), ricevendo molti commenti di sostegno, tra i quali quello di Irene Giordano, che gli ha consigliato di fare un “NUOVO MOVIMENTO SUBITO!!”. Risultato? L’elettrice renziana si è guadagnata il like del senatore semplice. Ma non è l’unica. “Dobbiamo reagire Matteo ma liberiamoci di questa zavorra di partito. Apriamo nuovi percorsi… una prateria ci aspetta!”, ha scritto Giuseppe Peppino; tra i like ricevuti anche quello di Renzi.

 

Il che fa pensare che non siano errori di clic – refusi dell’epoca dell’Internet – e che dietro ci sia dell’altro. Forse un like non fa primavera, come certe rondini, ma in ogni caso, qualche traccia “autonomista” in giro si trova. I comitati civici lanciati alla Leopolda sono già all’opera. C’è anche un sito per iscriversi e fondarne uno. “I Comitati ‘Ritorno al Futuro’ intanto lavorano. E crescono giorno dopo giorno”, ha spiegato Renzi di recente: “In questa settimana – ha scritto in una recente eNews – i comitati si sono mobilitati per Casa Italia (la petizione ha quasi raggiunto 20.000 firme, serve un ultimo sforzo e poi consegneremo il tutto a Renzo Piano e ai membri del Governo), per la libertà della ricerca dopo che il Governo ha cacciato un professionista eccellente come Roberto Battiston dalla guida dell’Agenzia Spaziale Italiana, per la libertà di stampa”.

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I comitati – fondati, tra gli altri, da Ivan Scalfarotto, Roberto Cociancich ed Emanuela Marchiafava -– “non sono un partito perché non pretendono di parlare di tutto, ma di poche cose fondamentali che appartengono a tutti”, si legge sul sito. Il rischio però è che diventino, all’occorrenza, un partito nel partito. La domanda è: oggi un partito di Renzi quanto consenso avrebbe?

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