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Non di sola Rai vivono i sovranisti: al Miur ci va Giuseppe Valditara

David Allegranti

"Contro i ‘poteri forti’, le caste e le ‘lobbies’ occorre ripartire dal principio della sovranità del popolo". L'improbabile guerra culturale al progressismo mondiale

Roma. Non di sola Rai vivono i sovranisti, che riescono a piazzare Marcello Foa alla presidenza della tv di stato e conquistano il dipartimento Università del ministero dell’Istruzione, guidato da Marco Bussetti, con Giuseppe Valditara. La nomina del professore di Diritto romano all’università di Torino, ex parlamentare di An e poi di Fli, è cosa fatta.

 

Valditara adesso potrà proseguire da dentro il Miur la “battaglia sovranista” contro quella che lui considera essere l’ideologia oggi dominante: “il globalismo”.

 

“Internazionalismo e ‘diritti umani’ – scrive in un libro sul ‘Sovranismo’, pubblicato da BookTime, di cui il Foglio si è già occupato – sono le due bandiere del nuovo fronte ‘progressista’ mondiale che ha coinvolto nella sua battaglia alcuni settori del mondo liberale, in particolare nella sua accezione liberal/libertaria, e che si è saldato a un certo cattolicesimo mondialista che tende a concepire il messaggio cristiano più come una ‘ideologia’ sociale che come una parola di salvezza individuale”.

 

Per adesso Valditara ha condotto la sua guerra anche su Logos, una “rivista politico-culturale” di cui è direttore scientifico. “Logos è in particolare una rivista che vuole dare risposte ai problemi, alle preoccupazioni e alle aspirazioni della gente comune. Noi non stiamo dalla parte delle oligarchie, ma di quei tanti che sono la vera spina dorsale di questo paese: quelli che ‘tirano la carretta’ tutti i giorni, quelle tante persone per bene, la grande massa dei ‘produttori’. Contro i ‘poteri forti’, le caste e le ‘lobbies’ occorre ripartire dal principio della sovranità del popolo, sancito nell’art.1 della Costituzione”, scrive Valditara. Direttore responsabile della rivista, a proposito di poteri forti, è Gianluca Savoini, presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia, ex collaboratore di Roberto Maroni ed ex portavoce dello stesso Salvini. Nel comitato scientifico della rivista, invece, la famosa “gente” non c’è, com’è peraltro giusto che sia. Al suo posto ci sono però molti professori ordinari, tra cui anche il celebre Paolo Becchi, già meteora politico-televisiva del M5s, noto per le sue sortite dinamitarde: “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia”, disse nel 2013 a proposito di Fabrizio Saccomanni, allora ministro dell’Economia.

 

Uno dei temi più trattati di recente da Logos è la questione immigrazione. Pochi i dubbi nel merito e molte solide sovraniste certezze: “La politica delle porte aperte, dell’accoglienza senza discernimento, dell’abbattimento dei confini, di una assenza di ‘muri’ è il ‘male’ in quanto non è utile né vantaggiosa e nemmeno appare un gesto di vero amore verso il ‘prossimo’, vicino e lontano”, scrive Valditara nel numero di luglio e agosto. “Sembra piuttosto una politica ‘infantile’, incapace cioè di dire e di accettare dei ‘no’, una politica che non riconosce l'esistenza di doveri, accanto e talvolta prima di diritti, che rifiuta la responsabilità come principio cardine di una società organizzata. E’ la politica dei narcisi che si beano dei ‘bei gesti’ senza sostanza”. Di certo, sotto il profilo etico, aggiunge Valditara, sarebbe un “male” anche la indifferenza. Ed è su questo che si deve giocare la sfida fra persone di buon senso, cioè, in sostanza, come governare in modo intelligente una questione che implica anche drammi umani, e bisogni diffusi”.

 

Il vero bel gesto, l’unico possibile da realizzare, è solo uno, secondo il professor Valditara: aiutarli a casa loro.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.