Roberto Saviano (foto LaPresse)

Il centrosinistra in cerca di leader. E ora spunta il nome di Saviano

Redazione

C’è chi vede nello scrittore il vero e unico anti-Salvini. Ma le resistenze sono molte

Finora sono solo conversazioni molto private e ristrette a pochissimi dirigenti del Pd. Ma in questi giorni estivi, con il partito che arranca nei sondaggi, sta prendendo forma l’idea, presso alcuni padri nobili dei Democrats, a cominciare da Walter Veltroni, di azzerare tutte le attuali candidature alla segreteria e cercare un “Papa straniero”. Il possibile nome c’è già e si tratta di un volto noto, anzi stranoto, anche al grande pubblico. Un nome di richiamo per riuscire a mettere insieme, di nuovo, tutto il centrosinistra, superando le vecchie e le recenti divisioni. Si sta parlando di Roberto Saviano. Tra i padri nobili del Pd, infatti, c’è chi vede nello scrittore il vero e unico anti-Salvini. Insomma, l’uomo che sul fronte dei migranti potrebbe rovesciare i sondaggi che finora assegnano immancabilmente al governo gialloverde la maggioranza dei consensi del popolo italiano.

 

Certo, si tratta di un’ipotesi che spiazza gli stessi dirigenti del Partito democratico. Ma non per questo l’idea viene abbandonata. Roberto Morassut, veltroniano da quasi sempre, per esempio, è convinto che questa sia l’unica strada percorribile. “Saviano è ammirato ed amato. Ogni volta che fa un'uscita pubblica ha un grande pubblico che lo applaude e lo incita”. Il problema però, come si notava prima, è che gli attuali dirigenti del Partito democratico in questo caso dovrebbero fare tutti un passo indietro. Anzi due o tre. “Ma è l’unica, capisco la tendenza a non voler cedere il posticino che si ha, però se continuiamo di questo passo non ci sarà più nessun posticino da difendere”, spiega Roberto Morassut.

 

Un’ipotesi di questo tipo, naturalmente, prevede che il Pd si sciolga in un più vasto movimento. L’idea, per l’esattezza, è quella di togliere proprio la parola partito dal logo del soggetto politico che verrà.

 

Ma Saviano che dice? I bene informati del Pd sostengono che lo scrittore non sarebbe di principio contrario a entrare in politica. A patto però di non dover trattare con il Pd. E questa è una delle ragioni per cui c’è tanta resistenza da parte di un pezzo del partito e, soprattutto, della sua classe dirigente. Ma i sostenitori di questa ipotesi non demordono e qualche ambasciatore ha già avuto un abboccamento con Saviano.

 

Le resistenze, comunque, sono molte. Nicola Zingaretti scalpita, Matteo Renzi non è affatto convinto che il nome di Saviano sia quello giusto e Maurizio Martina vuole provare a giocare la sua partita in proprio. I sostenitori del “Papa straniero”, però, sono convinti che di fronte all’ennesimo sondaggio che lascerà inchiodato il Pd al 18 per cento tutte queste resistenze cominceranno ad affievolirsi.

 

Molto, comunque, dipenderà dal prosieguo di questa legislatura. Ormai anche Renzi che era convinto che sarebbe durata a lungo ha i suoi dubbi, che non ha nascosto nel corso della cena della settimana scorsa all’Aventino con i “suoi” parlamentari. Ma proprio per questo i sostenitori di Saviano sono convinti che occorra fare in fretta, perché altrimenti il Pd “rischierebbe di andare alle elezioni e di essere nuovamente sconfitto, e a quel punto la sinistra potrebbe dire addio al governo per un decennio almeno”. O per un ventennio, ironizza amaramente chi nel Pd ama fare paralleli storici.

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