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I pericoli della ridicola retorica anti vitalizi

Claudio Cerasa

Una volta si sceglie di usare l’asticella del moralismo anti casta per misurare la bontà di una traiettoria politica, si costruisce le basi per avere un parlamento in cui un buon deputato si distingue non per quello che fa ma per quello che non fa

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Al direttore - Ho letto con vivo apprezzamento l’editoriale dell’altro giorno sui nostri politici che abbracciano il più becero populismo sulla questione dei costi e delle spese. La presidente Casellati che fa sapere di non aver preso l’aereo di stato per recarsi a Genova non è un gesto di buonsenso, bensì la precisa volontà di sposare gli slogan anticasta che tanto danno hanno causato al nostro paese. E l’impressione è che non sia ancora finita. Questi signori non si accorgono che il grillismo si batte sfidandolo, non abbassandosi al suo livello. Se lo si fa, si soccombe. Come un topo tra le spire di un boa.

Modestina de Botticis

 

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La ridicola retorica anti vitalizi purtroppo fa esattamente il gioco dell’uno vale uno. Una volta che hai scelto di usare l’asticella del moralismo anti casta per misurare la bontà di una traiettoria politica, stai costruendo le basi per avere a poco a poco un parlamento in cui un buon deputato si distingue dall’altro non per quello che fa ma per quello che non fa. E in cui, in altre parole, l’unica forma di rappresentanza accettata è destinata a essere quella che progressivamente annulla non solo il proprio stipendio ma anche se stessa. Nell’ottica dell’uno vale uno, il parlamentare deve essere il portavoce senza voce del cittadino e un parlamento di robot schiaccia bottoni in fondo è esattamente il progetto politico di chi sogna di governare il paese sul modello Rousseau. Auguri.

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