Quanto è grande e con chi ce l'ha il partito degli urlatori social

Redazione

Uno studio ha analizzato gli attacchi personali, gli insulti e le minacce di morte sui social in vista del voto del 4 marzo. Il partito più attaccato è il Pd, il politico più preso di mira Berlusconi

Dai sacchetti bio ai fatti di Macerata, passando per il sostegno di Berlusconi alla candidatura di Fontana in Lombardia e la polemica più recente del Museo egizio. Nella selva dei social network gli utenti di ogni schieramento politico hanno dato libero sfogo, talvolta liberissimo, per commentare e fare sentire il proprio punto di vista. Come? Con l'insulto soprattutto, spesso scrivendo tweet carichi di volgarità. O magari con qualche minaccia di morte rivolta ai politici.

 

D-Link, azienda leader nel settore della tecnologia wireless e del networking, ha lanciato la campagna #ConnettitiResponsabilmente, con la quale vuole promuovere un utilizzo responsabile della connettività e incentivare un comportamento positivo online. E nel suo studio ha tracciato i commenti e i tweet legati alle elezioni politiche del 4 marzo. I risultati hanno confermato che il partito degli urlatori sui social network raccoglie larghi consensi.

 


Fonte: D-Link Italia Maggiori info su www.connettitiresponsabilmente.it


 

Dall’inizio dell’anno a oggi sono stati analizzati quasi 2 milioni di contenuti. Si tratta di messaggi verso i candidati, i partiti o verso altri elettori e ciò che emerge è che il 38 per cento di questi (circa 750.000) è connotato da negatività e ben 135.000 contengono volgarità o insulti espliciti. I messaggi che augurano la morte (o minacciano di uccidere) sono più di 15.000, quelli che contengono riferimenti alla violenza quasi 19.000. L’elettore più “arrabbiato” è uomo (68% contro il 32% delle donne) e vive nel Lazio. Il leader di partito più preso di mira è Silvio Berlusconi, che è destinatario del 23 per cento degli insulti personali online, seguito da Matteo Salvini e Matteo Renzi entrambi al 21 per cento. Ci si accanisce meno su Luigi Di Maio e Pietro Grasso (rispettivamente a quota 11 per cento e 8 per cento delle ingiurie).

 


Fonte: D-Link Italia Maggiori info su www.connettitiresponsabilmente.it


 

La classifica cambia se analizziamo l’astio verso i partiti: ad essere presi di mira sono soprattutto il Pd (39 per cento) e il M5s (34 per cento). A seguire Lega (12 per cento), CasaPound (5 per cento) e, per ultima, Forza Italia con “solo" il 4 per cento.

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