foto LaPresse

Pappalardo e il grillismo che si mangia il grillismo

Redazione

A fare a gara a fare Di Battista, troverai sempre uno più Dibba che ti epura

Il nostro vero neorealismo è la commedia all’italiana. Gli avvenimenti di piazza Montecitorio di ieri si possono spiegare solo se uno ha in mente “Vogliamo i colonnelli” di Mario Monicelli o i Fantozzi di Paolo Villaggio. I protagonisti sono il generale Pappalardo e Alessandro Di Battista.

 

Pappalardo, che oltre a essere generale dei carabinieri in pensione è anche ex sottosegretario e deputato (con vitalizio) – casta purissima! –, si è presentato per una marcetta su Roma con il suo manipolo di rivoluzionari. Scopo della gita: sciogliere il Parlamento e instaurare un governo provvisorio da lui guidato in nome del “popolo sovrano”. Proprio nel momento delle decisioni irrevocabili, Pappalardo ha un coccolone, ma si riprende dopo l’assistenza sanitaria e si rimette in marcia per arrestare i deputati “abusivi”. Giunto a Montecitorio consegna una dichiarazione di colpo di stato a un commesso della Camera.

 

Nel frattempo, Di Battista raggiunge i manifestanti che urlano “onestà”, “ladri”, “vergogna”, “Goldman Sachs” e “11 settembre!” (non si sa se riferito all’attentato in Nordamerica o al golpe di Pinochet in Sudamerica) perché pensa la gente sia lì per protestare contro la legge elettorale e va ad arringarla: “Non so chi ha convocato la manifestazione”. E loro: “Pappalardo!”, “il popolo sovrano!”. Dibba parla del Rosatellum e il “popolo” fischia: “Dimettiti!”, “Che c... ci fai qui? Sei abusivo pure tu!”. E’ una piazza che parla come i 5 stelle, ma non è dei 5 stelle: non è lì contro il Rosatellum ma per il golpe. Dibba ha sbagliato piazza, come Fantozzi sbaglia funerale dopo la morte del direttore della Megaditta. Solo che quello di Dibba e Pappalardo non è un film, ma una reale giornata di ordinaria commedia davanti al Parlamento. Con la conferma che il vecchio insegnamento di Pietro Nenni è ancora valido: “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno piùpuro che ti epura”