I sovranisti possono finire in mutande solo trasformando l’Europa in una bandiera
Meglio 12 stelle che 5 stelle. Una proposta: parlate meno di D’Alema e meno di doppia moneta e mettete i colori dell’Ue nel simbolo del vostro partito
Nel linguaggio della politica esistono alcune immagini che parlano senza aver bisogno di didascalie. L’immagine scelta ieri dai giornali che hanno dato conto del formidabile e super europeista inno alla gioia di Macron è una di queste: il volto sorridente del presidente francese conficcato orgogliosamente al centro di una stella della bandiera europea. Da mesi Emmanuel Macron ha scelto di trasformare le stelle dell’Europa in un’arma letale per esaltare le contraddizioni del partito unico del sovranismo e anche nel discorso pronunciato due giorni fa alla Sorbonne il presidente francese ha ribadito un concetto cruciale: il modo migliore per segnare una linea di confine netta e veritiera con i teorici del protezionismo è spiegare che l’unica forma di protezione credibile per i propri cittadini è rafforzare e non indebolire l’Europa. Protezione europea contro protezionismo nazionalista.
E in Italia? Qui la questione è più complicata. Da un lato esiste una classe
Ma dato che la politica è fatta anche di simboli e di immagini, e dato che le immagini spesso riescono a parlare senza aver bisogno di didascalie, offriamo un’idea ai due partiti che più degli altri dovrebbero rappresentare l’alternativa naturale al sovranismo anti europeo. Ovverosia: fate quello che nessun partito nazionalista e protezionista avrebbe il coraggio di fare, parlate meno di D’Alema e meno di doppia moneta e mettete i colori dell’Europa nel simbolo del vostro partito. L’immagine sarebbe di per sé un programma elettorale e aiuterebbe a fare chiarezza su un punto in particolare: chi sceglie di nascondere le stelle dell’Europa per inseguire le stelle di un movimento e chi rinuncia a inseguire le stelle di un movimento per trasformare in oro le stelle che brillano sulla bandiera europea. Chi ci sta?