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I parlamentari fissano il loro stipendio: 5.500 euro al mese

Quorum/YouTrend con la collaborazione di AICP, ha svolto una ricerca tra cittadini e un gruppo di deputati e senatori. Sintonia su diversi punti, ma quando si parla di soldi e costi della politica...

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Roma. Quanto dovrebbe guadagnare un parlamentare? L’immigrazione è un problema? Quali sono le priorità dell’Italia di oggi? Stavolta a rispondere alle domande non sono solo i cittadini, come di solito avviene in un sondaggio, ma anche un gruppo di 101 fra deputati e senatori. La ricerca si chiama “Tra piazza e palazzo. L’Italia nella percezione dei cittadini e dei parlamentari” ed è stata realizzata da Quorum/YouTrend con la collaborazione di AICP – Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari.

 

 

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Nessuno dei parlamentari ha inserito i costi della politica fra i tre problemi più urgenti da risolvere, mentre lo ha fatto un cittadino su tre (32,7 per cento). Per deputati e senatori, il tema più importante da affrontare è la disoccupazione (90,2 per cento). Seguono le tasse (63,8 per cento) e la giustizia (32,8). Ma quale sarebbe dunque l’indennità netta adeguata da parlamentare, escluse le spese di ufficio? I cittadini interpellati rispondono 2.894 euro, mentre i parlamentari 5.574. Se si guardano nel dettaglio, i dati sono ancora più interessanti. Per il Pd l’indennità giusta per un parlamentare è 5.781, euro, per il M5s un parlamentare dovrebbe percepire 3.167 euro.

 

 

Più simile, fra le due categorie, la risposta sullo stipendio di un cittadino qualunque per vivere in maniera dignitosa: 1.465 euro (cittadini) contro 1.354 euro (parlamentari). Anche qui però il dettaglio è interessante: secondo i Cinque Stelle un cittadino in media dovrebbe guadagnare 1.600 euro, più o meno la metà di un eletto a Montecitorio o Palazzo Madama. I parlamentari sono anche coscienti di non essere molta stimati dall’opinione pubblica, come si capisce dalla ricerca. Domanda: su 100 cittadini quanti dicono di avere “molta” o “abbastanza” fiducia nel Parlamento? Risposta (azzeccata) di deputati e senatori: 21 per cento. Più o meno quanto gli italiani (22,1 per cento). Netta divergenza invece su quando tornare alle urne. Per quasi metà degli intervistati (45,7 per cento), bisognerebbe andare a votare nel 2018. Una percentuale che sale al 76,1 tra i parlamentari. A chiudere il sondaggio una domanda, più per addetti ai lavori, sui collaboratori parlamentari, una figura sconosciuta al 71,2 per cento dei cittadini e utilizzata dal 91,4 per cento dei parlamentari. 

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