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La tentazione, non così strana, di Ferruccio de Bortoli di candidarsi a Milano. Rumors, Pisapia e probabilità

Maurizio Crippa
Definire il segretario del partito che ha la maggioranza azionaria della sinistra un “maleducato di talento”, anzi “un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra”, anzi il protagonista di un’operazione che puzza (puzzava) di “stantio odore di massoneria”, non è forse l’approccio ideale.
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Milano. Definire il segretario del partito che ha la maggioranza azionaria della sinistra un “maleducato di talento”, anzi “un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra”, anzi il protagonista di un’operazione che puzza (puzzava) di “stantio odore di massoneria”, inteso il Nazareno, non è forse l’approccio ideale per ricevere l’investitura del Pd per la corsa alla poltrona numero uno di Palazzo Marino. Non che Matteo Renzi sia un tipo vendicativo, ma dire che Ferruccio de Bortoli sia in cima ai suoi pensieri per Milano, tutte le mattine, sarebbe un azzardo. Il flemmatico, educato, bipartisan per definizione ex direttore del Corriere della Sera, però, contrariamente all’immagine, è uomo cui l’azzardo non spiace. Mentre soffre un po’ l’esilio editorialistico al Corriere del Ticino, dopo l’uscita da Via Solferino.

 

Annotazioni che aiutano a capire perché i rumors su una tentazione di FdB a candidarsi sindaco per la sinistra continuino a girare per Milano. E continueranno a farlo per un po’: le primarie del Pd sono annunciate per il 7 febbraio; Giuseppe Sala, l’ad di Expo su cui Renzi sta facendo un pressing ormai non più velato non sarà libero dagli impegni prima di fine dicembre. FbB non dice nulla, pubblicamente, anche se privatamente ne parla. Ma parlano alcuni fatti. Giuliano Pisapia, oltre a essersi speso in favore del metodo primarie, aveva detto al momento dell’annuncio del ritiro che non si sarebbe immischiato, né speso per questo o per quello. Ora invece sì è seduto a un tavolo per discuterne, e ha suggerito esplicitamente un nome, quello della sua vice Francesca Balzani. Ma implicitamente l’ex direttore del Corriere è il suo candidato ideale. Lo sanno tutti. Suo e di altri esponenti di area Pisapia, come l’assessore Franco D’Alfonso, e della costituency (ex) arancione, che si allarga fino ai vendoliani e ai civatiani, numerosi in città ma al momento senza fissa dimora. L’idea, in teoria, non è cattiva, e lo sanno anche dentro il Pd milanese (dove comunque, con Sala, tutti tirerebbero un sospiro di sollievo).

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[**Video_box_2**]FdB ha un’immagine forte, non ha bisogno di presentazioni, sarebbe gradito a un pezzo di Pd e a una bella parte della sinistra (unitivo, si dice), saprebbe attirare anche un po’ di voti moderati, forse anche più di Sala. Certo, si è beccato un endorsement di Beppe Severgnini, “se accettasse la candidatura, lo voterei”, ed è una cosa che non fa mai bene. E ha un piccolo problema: è allergico a iscriversi alla lotteria delle primarie. Ma quello anche Sala. Renzi, antipatie a parte, potrebbe ragionarci su per davvero.

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