Rousseau, il sistema operativo M5s, per raffinare il populismo plebiscitario
Il rischio è che con questa nuova piattaforma si possano ricreare le basi per un nuovo sistema plebiscitario, qualcosa di simile a quanto accaduto con Napoleone, che proprio su Rousseau si era formato: giovane ufficiale, invitava le ragazze a cogliere ciliegie assieme, modello “Confessioni”. Napoleone non fu il solo. Poco dopo l’era napoleonica, nel febbraio del 1819 Benjamin Constant fece all’uditorio dell’Athénée Royal di Parigi un famoso discorso in cui distinse “la libertà degli antichi, paragonata a quella dei moderni”: la prima, come nell’Atene di Pericle, basata sul diritto del cittadino di partecipare alle decisioni politiche in città Stato dalla popolazione ristretta, la seconda, secondo il modello del costituzionalismo anglo-americano, fondata invece piuttosto sul diritto del singolo a poter prendere decisioni senza l’interferenza dello Stato. Proprio per aver fatto confusione tra le due cose, spiegava, i promotori della presa della Bastiglia avevano finito per sostituire il vecchio dispotismo con un dispotismo nuovo e ancora più oppressivo.
[**Video_box_2**]Populismo plebiscitario che ha anche incontrato nella sua storia la sinistra, soprattutto con Simón Bolívar e proseguito con Hugo Chávez: con quella Costituzione delle Quinta Repubblica venezuelana che assieme ai tre classici poteri delle democrazie liberali contempla anche due ulteriori poteri che attraverso Rousseau vengono direttamente dall’Antichità: quello Cittadino e quello Elettorale. Quest’ultimo richiama alla democrazia diretta anche attraverso la revocabilità permanente degli eletti: un principio caro anche ai grillini, e corrispondente a un’altra massima di Rousseau. “I depositari del potere esecutivo non sono i padroni del popolo, bensì i suoi funzionari; esso può nominarli o destituirli quando gli piaccia”.