Messaggio di Adriano Sofri al leader radicale, ricoverato in ospedale in seguito all'ennesimo sciopero della fame.
Caro Marco Pannella, mi aspettavo che arrivaste in galera, l’altro giorno, tu e Rita e gli altri, e poi un giudice sensato ci ha messo rimedio. E tu sei andato in ospedale. Mi raccomando. Certo, il tempo passa, e molte cose nostre diventano anacronistiche. Quel tuo modo di fumare, per esempio (e di difenderlo con ragioni libertarie: qualche volta un po’ imbrogli). Fumammo tutti più che potevamo, orribili Gauloises e Gitanes dai magnifici pacchetti azzurri, però noi a un certo punto smettemmo. Quando domenica ho dovuto pensare che tu potessi morire, ho sentito un gran dolore. E’ enorme lo spazio che hai occupato durante la nostra vita, e il vuoto che lasceresti sarebbe enorme. Che succeda più tardi possibile, dunque: dopo che avrai finito di distribuire tutti quei dannatissimi soldi (sarei proibizionista, sulla distribuzione pubblica di soldi) e tutte quelle bustine di erba gratuita, proibita da stupidi e mercanti. E poi, quando avrai finito, ti verrà un’altra idea, un’idea nuova, di quelle che vale davvero la pena di provare a realizzare. Insomma, buon lavoro.