Putin e Kadyrov nel 2003 (Olycom) 

piccola posta

Putin si guardi dal nemico ceceno. Medita vendetta

Adriano Sofri

Va bene che il gaglioffo Ramzan Kadyrov può prendersi con il presidente la confidenza arrischiata che un tempo era del buffone di corte, e ora è del buffone di corte e della guardia del corpo o dell’autista. Ma sono anche altri i ceceni in giro

Guardo le truppe cecene, spettacolarmente esibite sui fronti avanzati dell’occupazione. Sono assoldate per battersi e soprattutto per spaventare. Per gridare che Allah è grande sul campo di una guerra di cristiani, per issare una bandiera federale con la faccia del gaglioffo Kadyrov al centro. Sono mercenari, compagni e concorrenti dei fascisti delle bande Wagner, i più vicini al cuore, e comunque al doppiopetto, di Putin, che li autorizza a spadroneggiare in cambio della dedizione. Ramzan Kadyrov può prendersi con Putin la confidenza che i capi dello Stato maggiore o dell’Intelligenza russa non si permettono, la confidenza arrischiata che un tempo era del buffone di corte e ora è del buffone di corte e della guardia del corpo o dell’autista, il gradino più prossimo al trono.

Guardo questi ceceni da circo di cui conobbi i padri. Si fecero le ossa nella prima fila dell’Armata rossa in Afghanistan, e là impararono a simpatizzare con i mujaheddin resistenti e a mordere il freno. Al ritorno, vennero ancora chiamati a far da pretoriani degli innovatori, le guardie del corpo di Eltsin contro il colpo di stato del ’91. Già Dudaev aveva rifiutato di reprimere l’indipendentismo estone, aveva lasciato il suo grado di generale ed era rientrato a Grozny per proclamare l’indipendenza. La minuscola repubblica inflisse all’Armata rossa una sconfitta umiliante, in quella che si chiamò prima guerra cecena, per distinguerla dalla seconda, il trionfo di Putin.

Nel suo corso Akhmat Kadyrov si vendette, finché lo ammazzarono come traditore, nel 2004, e toccò a suo figlio. Guardo questi ceceni, i balli inscenati sul luogo del delitto, per provare a riconoscere fra i loro ceffi quello di colui che, venuta l’occasione, si raderà la barba e volterà il suo AK e il suo pugnale dall’altra parte. Sono molti i nemici dai quali Putin deve guardarsi. Specialmente da quell’anonimo giovane bodyguard ceceno, che serve pensando alla vendetta. (Si chiama proprio così, in ceceno: Vendetta).

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