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piccola posta

La Zeta bianca sulla porta, il segno terribile per indicare i "nemici del popolo russo"

Adriano Sofri

È fuggita all’estero, dopo aver trovato il simbolo sulla sua porta, Marina Davydova, illustre critica teatrale. Lo stesso è avvenuto ad Anton Dolin, critico cinematografico. È un incubo, ma è cosa comune in questi giorni per tantissimi

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Marina Ovsyannikova. E ora: amici affidabili mi trasmettono altre notizie sulla caccia a nemiche e nemici del popolo condotta in Russia attraverso i media – Telegram, soprattutto – e quell’arcaica ma più voluttuosa segnalazione che si compie verniciando le porte di casa da colpire, in questo caso con una grande Zeta bianca. Sul Manifesto dell’8 marzo Kamila Renzi ne aveva riferito, citando la campagna del cyber-terrorista Vladislav Pozdnyakov, “fondatore dello ‘Stato Maschio’ /sic!/, specializzato nell’intimidazione delle donne”. È fuggita all’estero, dopo aver trovato la Z sulla sua porta, Marina Davydova, illustre critica teatrale. Lo stesso è avvenuto ad Anton Dolin, critico cinematografico. In un messaggio privato, una scrittrice, N., racconta: “In tanti si sono svegliati con una Z incisa dai servizi di sicurezza sulla porta, e sono fuggiti dalla Russia, alcuni persino a piedi in Estonia, mentre altri sono stati arrestati”. N. se ne andrà perché è in pericolo. Chissà se tornerà mai, chissà se perderà tutto (molto è già perso oggi) e chissà quanti oppositori e amici finiranno in carcere o moriranno. È un incubo, ma è cosa comune in questi giorni per tantissimi. “L’ultima, una scrittrice ebrea russa l’ha chiamata l’altro giorno. Dopo aver trovato la Z sulla porta, ha preso alcune foto dei figli, qualche vestito ed è fuggita. Aveva paura ad andare in hotel, perché non la arrestassero. Sta cercando di andare in Israele. Sa che non tornerà più”.

Voglio annotare un paio di altri episodi degli ultimi giorni, per non dimenticarli. Il primo è il video della giovane donna arrestata sabato scorso a Nizhnij Novgorod mentre mostrava un grande foglio bianco. Bellissima idea: un foglio bianco invita chiunque a leggervi quello che occorre leggere, più efficacemente che la più esplicita delle scritte. E invita a scrivere una pagina nuova. L’efficacia dell’immagine è stata imprevedibilmente raddoppiata l’altroieri da quella del Primo Canale della televisione, con l’immagine dell’incursione di Marina Ovsyannikova che solleva il suo cartello ritoccato in modo da diventare completamente bianco. Putin potrà leggere la cattiva notizia: non avrà sempre carta bianca.

Infine voglio dire, augurandomi di non essere indiscreto, la mia ammirazione per la signora Amalia Ercoli-Finzi. Dal primo momento che l’ho vista, in verità. Ma perdutamente da quando, martedì notte, ha vibratamente spiegato che cosa pensa della meschinità della guerra ricordandone gli effetti possibili sulle stazioni spaziali comuni, sulla collaborazione fra Agenzia Spaziale Europea e russa Roscosmos, sulle missioni su Luna e Marte (quelle delle quali cura il risparmio energetico, a proposito) e sul dettaglio, che mette felicemente insieme le cose vicine e quelle lontanissime, del nome di uno dei due rover della missione su Marte: AMALIA. Peccato che Giacomo Leopardi non abbia potuto sentirla: lei ha sentito lui.

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