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"Over the Horizon"

I Bts, la più famosa boy band del K-Pop, risorgono con una suoneria

Stefano Pistolini

I re della musica coreana tornano in scena dopo lo scioglimento con un motivetto che è molto poco musica e molto marketing: la canzone è una commercializzazione che segue il nuovo mercato e gli interessi dei fan

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Riguardo al luttuoso evento dello scioglimento (“momento di pausa” è la definizione ufficiale) dei Bts, la più famosa boy band del K-Pop, e della susseguente disperazione dei fan – coreani, ma anche mondiali – vi avevamo riferito di recente. La storia suonava bizzarra, un po’ perché emergeva in contemporanea col successo planetario di “Squid Game”, la magnetica serie tv in arrivo dagli stessi lidi, un po’ perché era avvolta dall’atmosfera inquietante in cui vivono immerse le superstar del lontano oriente, qualcosa a metà tra caserma, collegio e Olimpo luccicante.

 

Ci eravamo comunque messi l’anima in pace, non fosse che adesso emerge una notizia che costringe a ulteriori riflessioni. Il colosso dell’elettronica coreana Samsung ha infatti comunicato che, a coronamento della sua lunga collaborazione con i Bts, viene rilasciata, in coincidenza con l’arrivo dei nuovi smartphone Fold4 e Flip4, un remix di “Over the Horizon” la celeberrima suoneria appositamente composta nel 2011 dai Bts per i device della serie Galaxy e da lì in poi divenuta popolarissima.

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La novità è stata introdotta da un videoclip in bianco e nero in cui i membri della formazione si atteggiano ascoltando il nuovo suono del ringtone, ed è opera di Suga, lo specialista dei Bts quanto alle produzioni, e secondo Samsung si basa sul proposito di “incoraggiare le persone a guardare a un futuro luminoso e pensare ai momento eccitanti che ci aspetterebbero over the horizon, oltre l’orizzonte”. Dal punto di vista musicale non c’è molto da dire: il motivetto è il solito, confezionato ora da Suga arricchendolo con riff di chitarra e un romantico crescendo orchestrale.

 

Sì, è gradevole, ma difficile distinguerlo da uno qualsiasi dei samples acquistabili per pochi centesimi sulle apposite banche-dati. Ipotizzare che ci trasmetta energia positiva, magari mentre in entrata c’è la chiamata di uno scocciatore, è ottimistico. Più interessante guardare un po’ dietro la notizia. Considerare il fatto che un marchio di larghissimo consumo come Samsung possieda oggi una propria identità sonora contenuta in un semplice ringtone e che la salvaguardi come propria impronta di riconoscimento, badando ad aggiornarla e a modificarla col proposito di riflettere gli umori diffusi nel suo pubblico globale, utilizzando le superstar opportunamente fidelizzate per generare e griffare queste revisioni.

 

Le tante versioni, che sono susseguite di “Over the Horizon”  – stile rock, new age, jazz, fusion etc – equivalgono alla declinazione di un brand proteso a restare vicino alla temperie psicologica del proprio pubblico. Altrettanto interessante è osservare come un’entità arrivata sulla vetta del mondo musicale e dei suoi consumi come i Bts partecipino con disciplina e entusiasmo a un’operazione del genere, con l’umiltà (strapagata, ma in quel campionato ha ancora importanza?) e con la lucidità di chi non solo capisce istintivamente dove va il nuovo mercato e dove si collocano gli interessi dei propri fans, ma con la consapevolezza di essere del tutto organici e sincronici con una produzione minimal del genere – semplici suonerie per cellulari appunto.

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Supponiamo che ai Beatles avessero chiesto di musicare la pubblicità di un marchio alla moda, o che Michael Jackson si fosse dovuto cimentare con la commercializzazione di una nuova macchina fotografica: prodotti super trendy per la loro epoca, intendiamoci, mica formaggini, eppure si sarebbe lo stesso gridato allo scandalo. La musica è una cosa seria, si credeva tempo addietro, che vive in un mondo a parte, il pianeta del sistema dell’arte, di cui il pop è solo il suo ultimo nato, un po’ scavezzacollo.

 

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Il segno dei tempi adesso racconta una storia differente: è come se anche la musica si fosse disciolta, polverizzata, fino a lasciar sbiadire la propria identità, nel crogiolo di consumi liquidi di cui, guarda casa, lo smartphone è il grande mestolo condiviso. Regalare al pubblico l’illusione che utilizzando quella suoneria si resti più vicini ai propri idoli – nella fattispecie questi Bts adesso confinati nel limbo dei gruppi ibernati – vale quanto valeva mettersi sul collo due gocce di profumo francese prima di infilarci a letto, nudi come mamma ci ha fatto, convinti di vivere il nostro sospirato momento divistico, proprio come Marylin Monroe.

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