La Filarmonica della Scala durante il concerto per Milano del 2017 (foto LaPresse)

Concerto per Milano

Mario Leone

Domenica 10 giugno la Filarmonica della Scala in piazza. Una storia che non ha nulla da invidiare a Wiener e Berliner

“Se lo hanno fatto i Wiener, perché non dovreste farcela anche voi?”. E’ il 1982 e con queste parole Claudio Abbado, quasi nelle vesti dell’Ulisse dantesco, accende nei musicisti dipendenti del Teatro alla Scala l’idea di dar vita alla Filarmonica. Un progetto importante che offrirebbe al gruppo di orchestrali la possibilità di acquisire autonomia organizzativa e responsabilità artistica. Una nuova realtà musicale, per Milano e il suo gran teatro, sul modello delle grandi istituzioni europee che solo un anno dopo si costituisce in associazione indipendente. Da quel dì una serie di grandi nomi della bacchetta: Carlo Maria Giulini che dona all’orchestra il respiro internazionale guidandola nelle prime tournée per il mondo; poi l’era di Riccardo Muti: dal 1987 al 2005, diciotto anni nei quali la Filarmonica della Scala diventa il simbolo massimo della musica italiana a livello internazionale, una compagine che può finalmente “competere” con gli arcinoti Berliner e Wiener – nate come libere associazioni di musicisti – con un crescente numero di concerti e collaborazioni.

 

Lungo è l’elenco delle bacchette, va solo detto che in oltre trent’anni d’attività sono stati millequattrocento i concerti, numerose le registrazioni con major del mondo della classica e un’attenzione altissima per il repertorio contemporaneo e per la sua fioritura. Tutto questo fatto con un’orchestra composta da giovani talenti che hanno permesso una percepibile crescita del livello artistico (riconosciuto dagli esperti del settore) e una struttura gestionale snella che ha come fulcro un gruppo ristretto di orchestrali. E i finanziamenti? Quelli li mettono solo i privati. La Filarmonica percepisce fondi dal Main Partner UniCredit e dallo Sponsor Allianz. Poi c’è un importante rete di mecenati e la fedeltà degli abbonati e del pubblico in sala, veri destinatari dell’attività musicale. Proprio il rapporto con la gente è il tratto distintivo della Filarmonica. Non si tratta di assecondare i gusti del pubblico (se si scorrono i programmi si potranno notare alcune non semplici proposte) ma di avvicinare la musica alla gente “tirando fuori” l’orchestra dalle volte del Piermarini. E’ il caso del progetto “Open Filarmonica” (una serie di iniziative che coinvolgono scuole e svariati luoghi milanesi), che ha come evento di punta il “Concerto per Milano” (domenica 10 giugno) la manifestazione gratuita che porta la Filarmonica con un grande solista ai piedi della Madunina. Una serata ormai entrata nella tradizione della città che vede la presenza di circa diecimila persone in piazza, dirette televisive, radio e web in Italia e nel mondo; l’allestimento è quello dei grandi eventi di massa con un palco 32x16, riprese audio di altissima fedeltà per garantire la naturalità del suono, riprese video che non disturbino orchestrali e offrano una più vera esperienza live anche a chi segue a distanza. Sette maxi schermi disposti in piazza, luci di ultima generazione che consentano una visione il più naturale possibile a chi suona e a chi ascolta.

 

Tra la vecchia e la nuova stagione

La bacchetta è sempre quella di Riccardo Chailly che accompagnerà Denis Matsuev, virtuoso della tastiera, in un concerto tutto dedicato alla Russia: Primo concerto di Pëtr Il’iè Èajkovskij e Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij. Una serata che da un lato chiude la Stagione e dall’altro accende i fari sulla nuova, la cui presentazione è prevista qualche giorno dopo. E già si parla di nomi, date, ospiti e quanto di questi tempi impegna tutte le istituzioni musicali. In attesa di vedere all’opera il neo ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, l’uomo dei Cinque stelle venuto dalla moda, le cui prime parole sono state promettere più soldi per la cultura, più posti di lavoro nel pubblico, più leggi pensate partendo dai lavoratori, più valorizzazione dei nostri borghi. Promesse. Intanto preferiamo goderci la realtà dei fatti, quella Filarmonica della Scala che ricorda, con la musica, la terzina per eccellenza: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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