Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Lo spread e il problema di Renzi: la cassa
Tutti hanno il forziere pieno di titoli del debito sovrano e la faccenda puzza di minusvalenze in corso e aggiornamento del buco di bilancio per molti.
Presentazione della beata Vergine Maria.
A che punto è la notte? Combatte con il mattino, non siamo nel Macbeth ma una cosa è certa: l’Italia è entrata in un cono d’ombra e luce e tra qualche giorno vedremo cosa ha riservato il destino al nostro paese. Il 4 dicembre non è una data qualsiasi. Ecco l’andamento dello spread stamattina, siamo in piena fase rollercoaster:
Ok, tutto questo non conta niente, è chiaramente un complotto della Germania, della finanza pluto-giudaico-massonica, dei nani da giardino in casa di Angela Merkel, il debito italiano non esiste, anzi c’è ma lo consolidiamo, evviva il popolo e ci riprendiamo la sovranità con un colpo di penna e tanti saluti a Francoforte, Berlino e agli gnomi di Zurigo. What a beautiful plan, boys. Ma nel frattempo c’è la realtà e ci stiamo avviando con soave allegria verso la tempesta perfetta. La foto della Borsa italiana mentre il titolare di List scrive la sua nota mattutina è questa, una meraviglia:
I ribassi del giorno sono tutti titoli finanziari. E la Borsa di Milano è quella che va peggio in Europa. Al Sole 24Ore hanno dovuto aggiornare rapidamente il titolo, da “la Borsa parte bene” a “Europa inverte rotta, Milano la peggiore con cedole e banche”. Il problema di Renzi è sempre quello: la cassa. La prima e la terza banca del paese sono in (s)vendita: Unicredit è nel mirino dei francesi, Mps ha un piano che rischia di saltare come un uovo fritto in padella. Tutti hanno il forziere pieno di titoli del debito sovrano e la faccenda puzza di minusvalenze in corso e aggiornamento del buco di bilancio per molti. A quanto ammontano? Secondo l’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia (aprile 2016), il quadro è il seguente:
Giornali italiani. E’ un lunedì incandescente di politica interna. Il primo caffè se ne va con il Corriere della Sera e nell’editoriale di Alesina e Giavazzi è condensato il problema italiano: “In un ventennio la produttività oraria nelle aziende italiane è cresciuta in tutto del 5 per cento. Negli Stati Uniti, nel medesimo periodo, otto volte di più: 40 per cento. In Francia, Gran Bretagna e Germania sei volte di più. Anche Spagna e Portogallo hanno fatto meglio: più 15 per cento in Spagna, tre volte più che noi, e più 25 per cento in Portogallo, cinque volte di più. Differenze straordinarie”. E’ un problema che è rimasto più volte incastrato nel taccuino del titolare di List. Ecco il grafico a pagina 26 del Corriere, da delibare lentamente, una delizia:
Equitalia sotto attacco hacker. Portale bloccato. Procede tutto alla grandissima.
Cosa resta del Giubileo? Un quadro in chiaroscuro. Roma non è stata il centro dell’evento di Papa Francesco, la preghiera di massa si è delocalizzata, l’inefficienza del Campidoglio è rimasta. Un bilancio fatto stamattina da Giovanni Minoli su Mix24 (Radio24) con in studio Francesco Rutelli, il vostro umile cronista e Pietrangelo Buttafuoco. Da ascoltare qui.
21 novembre. Nel 1905 Albert Einstein pubblica la Teoria della relatività ristretta. Nei primi del Novecento vengono elaborate le teorie fondamentali della contemporaneità. E se andiamo a vedere bene le carte, scopriamo che innovazione, sviluppo e ricerca da allora non hanno fatto un grande salto. Sul Wall Street Journal c’è un interessante articolo sul tema, legato all’innovazione tecnologica. Sta rallentando vistosamente.