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L'infanzia del mondo. Opere 1946-2012

di Tonino Guerra, Bompiani, 3.163 pp, 95 euro

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Per i Classici Bompiani è stato dato alle stampe, in due tomi, il corposo cofanetto L’infanzia del mondo. Opere 1946-2012, che raccoglie poesie, traduzioni, narrazioni, prosimetri, viaggi, favole, script, teatro, proverbi, massime di Tonino Guerra. La sua opera omnia dimostra come amasse profondamente i borghi, la case di pietra, i coppi scheggiati, le porte di legno consunto. Durante il Secondo conflitto mondiale, Guerra venne deportato in Germania e internato nel campo di concentramento di Troisdorf. Qui, per intrattenere i compagni di prigionia, iniziò a raccontare storie come faceva nelle campagne della Romagna accanto al fuoco. Dopo la guerra si laureò in Pedagogia presso l’Università di Urbino con una tesi sulla poesia dialettale. Fece leggere i suoi componimenti a Carlo Bo e ottenuti positivi riscontri decise di pubblicarli a sue spese con il titolo di I scarabocc. Nel 1953 si trasferì a Roma e scoprì una dote legata alla sua scrittura forse più congeniale, la sceneggiatura. Così Tonino Guerra incontrò il cinema. Il debutto per il grande schermo avvenne nel 1957 con Uomini e lupi di Giuseppe De Santis, ma i due maggiori incontri furono con Michelangelo Antonioni e Federico Fellini. Del primo firmò la sceneggiatura del film L’avventura e di altri capolavori, mentre con Fellini nacque una profonda amicizia. Fu proprio Guerra a sceneggiare Amarcord. Lavorò con altri registi come De Sica, Monicelli, i fratelli Taviani, Rosi, Damiani, Lattuada, Tarkowskij, Wenders, Angelopoulos. Poeta e raccontatore (ma mai romanziere), nella forma letteraria evidenziò una visione angelicata del mondo naturalistico, la predilezione per la civiltà contadina, tanto da diventare un Omero delle sue campagne, come disse Natalia Ginzburg. Guerra aveva una forte attrazione per i personaggi strampalati della Romagna, uomini e donne capaci di dire che “l’aria è quella roba leggera che ti gira intorno alla testa e diventa più chiara quando ridi”. La sua versatilità era improntata alla scoperta della bellezza dei gesti puri. Anche le pietre e i sassi potevano esprimere sentimenti dolci, infantili. Le sue affermazioni improvvise emanavano fascino e spesso erano dei preamboli alla costruzione della stessa poesia stimata da Pasolini, Mengaldo, Calvino, Rodari, Roversi, Celati ecc. Un presidio di bellezza contro l’oscurità dello spirito: la lettura costante di una storia diversa che aiuta a resistere agli allarmismi apocalittici di un certo nichilismo e a muoverci nelle zone più profonde della memoria.

 

L'INFANZIA DEL MONDO. OPERE 1946-2012
di Tonino Guerra
Bompiani, 3.163 pp, 95 euro

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