La via dell’anima. Simmel e la filosofia della cultura
Antonio De Simone, Meltemi, 216 pp., € 20 euro
È stato ed è Georg Simmel. Si è chiamato e si chiama Georg Simmel. Uomo troppo intelligente e distante, per alcuni, eminente Zeitdiagnostiker per Jürgen Habermas ma Simmel, con le geniali intuizioni, ha la potenza di assurgere anche a nostro contemporaneo, classico e contemporaneo, fine interprete del suo e del nostro tempo.
Una radiografia attuale sulle forme della produzione, fruizione, ricezione e riproduzione della cultura, che è appunto una via dell’anima (definizione di Simmel e da qui il titolo del libro), una via che perfeziona il soggetto. De Simone individua, attraverso l’autore di riferimento, quale sia stato il ruolo che ha svolto la cultura nell’agire umano, individuale e intersoggettivo. Focalizzandosi sulla cultura, De Simone si interroga criticamente sul dualismo che emerge con forza dalle pagine di Simmel, la cultura sia nella sua concretizzazione in opere oggettive (come i libri o le merci) volte al soddisfacimento dei bisogni umani di edificazione, sia come Lebensform, forma, modello di vita che condiziona la stessa socializzabilità dei Lebensräume, degli spazi vitali, sebbene l’avanzamento della cultura delle cose abbia come suo effetto speculare l’arretratezza della cultura delle persone.
Simmel è stato il primo filosofo della cultura. Lo capì bene Ernst Cassirer, benissimo Karl Mannheim, anche se sul versante più propriamente epistemologico e sociologico. Primo filosofo di quella cultura che, per dirla con Eric Hobsbawm, non c’è più, avendola colpevolmente gettata alle nostre spalle. Se si vuole comprendere che cos’è la cultura nella modernità, lo studio di De Simone aiuta a spiegare, strutturalmente, il concetto, la dinamica, la forma, il conflitto, la tragedia, gli sviluppi della cultura stessa. Che può non essere finita, che può esserci ancora, se solo le consentissimo di esserci ancora.
LA VIA DELL'ANIMA. SIMMEL E LA FILOSOFIA DELLA CULTURA
Antonio De Simone
Meltemi, 216 pp., € 20 euro