Lettera di Lord Chandos
di Hugo von Hofmannsthal, Marsilio, 185 pp., 15 euro
Considerato a pieno titolo uno degli esponenti più raffinati e originali del decadentismo europeo, quasi coetaneo di Thomas Mann, Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) redige con la Lettera di Lord Chandos il suo manifesto letterario, che
Concepita nel 1902, quando l’autore ha appena 27 anni, Ein Brief è ambientata all’inizio del ’500, in pieno Rinascimento. Un nobile inglese, di discreto talento, si rivolge a Francis Bacon per comunicargli la decisione definitiva di astenersi da qualsiasi attività letteraria: scelta in realtà opposta e speculare rispetto a quella dello stesso Hofmannsthal, che proprio l’anno prima, al contrario, ha deciso di rinunciare a una promettente carriera accademica per dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla poesia. L’espediente cui l’autore ricorre ha dunque il senso di una rottura e di una determinazione: quella di opporsi ai canoni della letteratura ottocentesca, e di dare vita a una stagione di ricerca e introspezione interiore, incentrata sulla figura dell’artista come individuo “ineffabile”, frammentato e fragile.
Lord Chandos è colpito da una profonda crisi esistenziale e creativa, e in questo egli appare come un tipico personaggio della letteratura decadente. La sua Lettera si divide in tre parti: l’entusiasmo del periodo giovanile (“L’intera esistenza mi appariva allora, in una sorta di duratura ebbrezza, come una grande unità”); la crescente difficoltà a utilizzare i canoni del linguaggio (“Ho del tutto smarrito la facoltà di pensare o parlare in modo coerente e ordinato su un qualsiasi argomento (…) Provavo un inspiegabile disagio solo a pronunciare le parole spirito, anima, corpo”); infine la rinuncia a scrivere. Lo scrittore, come si è detto, è agli antipodi della sua creatura: anche nel descrivere un personaggio che si chiude nel silenzio, egli sottolinea l’irrinunciabile presenza della letteratura nella vita dell’uomo.
“Datando la lettera all’anno 1603 – spiega Marco Rispoli nella lunga introduzione – Hofmannsthal allude con puntualità al cambiamento avvenuto nel modo di intendere e di indagare il mondo. Ciò rende la Lettera di Lord Chandos uno scritto che di molto trascende il suo contesto temporale: ricostruzione storica di un preciso momento nella storia della cultura, essa è anche uno dei documenti più importanti della letteratura moderna”.
Spicca nelle parole di Lord Chandos la particolare sintonia e contiguità fra la visione di Hofmannsthal e il pensiero di Friedrich Nietzsche. “Siffatte concezioni religiose non hanno alcun potere su di me, sono parte di quelle tele di ragno che i miei pensieri oltrepassano, gettandosi nel vuoto, mentre molti altri vi rimangono impigliati e così giungono a quiete”.
Nei due scritti successivi, dell’anno seguente, Hofmannsthal elabora gli stessi concetti letterari e filosofici. In Sui caratteri nel romanzo e nel dramma, immagina il grande Balzac che difende strenuamente l’autonomia dell’artista in un garbato contraddittorio con l’amico orientalista Hammer-Purgstall. Ne Il dialogo su poesie, protagonisti sono invece due sconosciuti. Clemens e Gabriel si confrontano sul tema del Romanticismo, ma anche in questo caso la discussione fra i due amici diventa necessariamente un dialogo sull’uomo. Nel suo complesso – osserva ancora Rispoli – il dialogo diviene per Hofmannsthal l’occasione per un confronto con un’estetica e una concezione dell’umana esistenza assai diffusa lungo tutto l’Ottocento e nei decenni successivi, incentrata sul culto dell’individuo “geniale”, della sua autenticità e della sua originalità.
LETTERA DI LORD CHANDOS
Hugo von Hofmannsthal
Marsilio, 185 pp., 15 euro