Gli innocenti
Paola Calvetti Mondadori, 123 pp., 17 euro
Anche Dasha ha conosciuto le difficoltà e anche lei, fuggita dall’Albania dopo la caduta del regime e poi sbarcata a Brindisi agli inizi degli anni Novanta, ha potuto studiare violoncello al Conservatorio di Tirana e anche per lei, quello strumento è diventato un compagno nelle peripezie della vita che non le ha risparmiato una violenza che le ha lasciato in dono la sterilità. Poi, però, c’è stato l’incontro con Jacopo e le cose sono cambiate. Sono due innocenti, sono anime ferite che hanno conosciuto la violenza e la vergogna, cose che non si raccontano proprio come i segreti che “si nascondono in qualche angolo del nostro cuore e stanno lì, a marcire in silenzio” prima di venir fuori improvvisamente. In quel luogo particolare e a suo modo pieno d’amore, eseguiranno insieme il loro “Brahms portafortuna”, il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms, perché la musica, soprattutto quella classica, “ha un potere immenso e soccorre”, scrive Calvetti (per anni direttrice dell’ufficio stampa del Teatro alla Scala e della comunicazione e marketing dell’Opera di Firenze-Maggio Musicale Fiorentino), ammalia proprio come questo romanzo, una storia che sa di antico.
GLI INNOCENTI
Paola Calvetti
Mondadori, 123 pp., 17 euro