L'unico viaggio che ho fatto
di Emmanuela Carbé, minimum fax, 116 pp., 14 euro
Sei in un paese Meraviglioso” dovrebbe dirlo Prezzemolo accogliendo i visitatori a Gardaland, lo scrive Autostrade per l’Italia, invitando alla sosta nell’area di servizio di Secchia Ovest. Quella che per il parco inaugurato nel 1975 da
Anche gli scarti di realtà che si intrufolano nel regno di Prezzemolo assurgono a una dimensione magica, più vera del vero, con il torrente Dugale che attraversa il parco ma sembra artificiale, le rondini che nidificano in Fuga da Atlantide o la chiesa consacrata nel Far West.
All’esterno, nel paese, è successo l’opposto. Non solo Autostrade per l’Italia, ma l’Arena di Verona difesa dai centurioni mascherati, i complessi di centri commerciali assiepati lungo le autostrade e il manicomio abbandonato di Mombello divenuto meta di fotografi e famiglie in cerca di un’avventura domenicale. La provincia italiana ha tentato di emulare il parco divertimenti di Castelnuovo del Garda, diventandone la brutta copia: tentativo suggellato da Expo, in cui gli unici veramente ammirati erano coloro che non avevano mai visto l’originale.
La Valle dei re fu inaugurata nel 1988 con uno spettacolo del corpo di ballo della vicina Arena, in presenza del ministro del Turismo e dell’ambasciatore egiziano, e l’ingresso è una copia in scala 1:2 del tempio di Abu Simbel. A Expo l’attrazione di maggior successo era il padiglione del Brasile, dove si saltava su una rete elastica, e chi si aspettava di nutrire se stesso, oltre che il pianeta, doveva accontentarsi delle riproduzioni di prodotti esotici in plastica in scala 1:1. Ai fan di Prezzemolo, l’albero della vita è sembrato una copia ridicola della casa del draghetto, pure “nel suo momento clou, in cui si apriva tutto e il programma diceva che bisognava rimanere a bocca aperta”. “Se si voleva qualcosa di culturale, storico, educativo, divertente, multilingue, con una mascotte decente e una mappa leggibile… il posto dove collocare l’Esposizione universale avrebbe potuto tranquillamente essere Gardaland”.
Emmanuela Carbé ricostruisce la storia del parco in un equilibrato racconto-reportage dall’Italia dei non luoghi e del kitsch istituzionalizzato, per medicare il traumatico passaggio all’età adulta nel “paese meraviglioso” che alle fiabe sostituisce lo storytelling.
L'UNICO VIAGGIO CHE HO FATTO
Emmanuela Carbé
minimum fax, 116 pp., 14 euro