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Lettere

La Lega di ieri e di oggi. Su queste colonne per amicizia e complicità. Grazie Bobo

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

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Al direttore - Per dieci anni ho lavorato al Mose e, in qualche modo, ne ho la paternità. Può quindi capire quanto mi renda felice vedere Venezia finalmente protetta dalle acque alte eccezionali. A consuntivo possiamo dire che, nonostante siano passati quasi 30 anni dalla sua progettazione di massima, il Mose resta tuttora il più importante progetto di ingegneria idraulica del mondo. L’Italia e Venezia debbono esserne fiere. Cari saluti. 
Luigi Zanda

 

“Occorre purtroppo continuare a parlare del Mose poiché si tratta del più grande scandalo mondiale in tema di lavori pubblici nell’intera storia del secondo dopoguerra. E di una vergognosa devastazione di risorse del nostro Paese che dura ormai da un trentennio” (Massimo Cacciari).

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Al direttore - Non sono un leghista, ma ho sempre apprezzato Roberto Maroni e ho sempre apprezzato anche le sue rubriche sul Foglio. Ci mancherà. Condoglianze alla sua famiglia. Anche a quella allargata dei giornali e del vostro giornale.
Mara Martoni

 

Siamo diventati amici e complici di Roberto Maroni nel 2018, quando l’allora governatore uscente della Lombardia offrì al Foglio delle parole molto interessanti sul futuro della Lega. Disse Maroni: “Se fossi stato un cittadino francese avrei fatto la stessa scelta che ha fatto la maggioranza dei francesi e avrei votato Macron. Per la Lega aveva un senso stare tatticamente con la Le Pen, non ci piove. Ma strategicamente no. E quando si parla di strategia bisogna guardare al cuore dei problemi: il lepenismo è morto e sepolto e chi non lo capisce è destinato inevitabilmente a fare una brutta fine”. Quattro anni dopo la sfida della Lega è ancora la stessa.

Maroni, negli ultimi anni, ha cercato di indicare alla Lega di Salvini una direzione diversa. Più moderata, meno nazionalista, più europeista. Trovare un altro Maroni non sarà semplice, ma trovare qualcuno che nella Lega abbia il coraggio di far vivere ancora a lungo le sue idee, più che una speranza è una necessità per tutti coloro che sognano, un giorno, di fare i conti con una destra meno truce, decisa cioè ad alzare l’asticella della competizione anche all’interno della stessa coalizione. Grazie Bobo. 

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