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Giustizia, meglio un piccolo passo avanti che uno status quo ridicolo

Le lettere al direttore del 16 aprile 2022

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Al direttore - Ho conosciuto un No vax, terrapiattista e rettiliano, il quale pensava che il Donbas fosse un prete dalla statura non elevata.
Michele Magno


 

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Al direttore - Come avviene quando annosi argini di un fiume cedono, così sta accadendo nella competizione per il governo delle Generali. Da ultimo, si registrano un esposto alla Consob e l’annuncio di iniziative giudiziarie da parte di Mediobanca per una presunta qualificazione di comportamenti di esponenti della lista Caltagirone che si contrappone a quella del consiglio di amministrazione della compagnia, in vista della prossima assemblea del Leone di Trieste chiamata a rinnovare gli organi societari. Resta in piedi il problema dell’esercizio del voto relativamente alle azioni acquisite da Mediobanca con un prestito da restituire poco dopo la predetta assemblea, nonché relativamente ad azioni vendute da un altro socio, ma conservando il diritto di voto. Sono questioni molto delicate che possono anche essere considerate come elementi di una vertenza tra le parti con possibili sbocchi giudiziari, ma resta l’importanza incontestabile del caso. La lista Caltagirone comunque ha redatto un interessante piano per la Compagnia – basandosi su dati che, ab extra, possono essere legittimamente conosciuti, con riserva di integrarlo se la lista si affermerà e saranno, dunque, i nuovi organi a decidere –, un piano che è chiaramente alternativo a quello della lista del consiglio. Su di esso sarebbe necessario il confronto incentrandolo sul merito dei temi proposti, se non altro perché si tratta della prima volta, nella vita ultrasecolare delle Generali, che questa “confrontation” avviene tra due liste, oltre a quella di Assogestioni. E’ il punto di maggiore interesse per gli azionisti tutti, per la compagnia e per gli interessi generali ai quali quest’ultima pur deve corrispondere, nella convinzione che tale rispondenza rafforza la tutela degli interessi aziendali e la stessa crescita di valore per gli azionisti. Con i più cordiali saluti e auguri per una Pasqua serena.
Angelo De Mattia

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Piccolo dato utile a capire perché la competizione reale fa bene alle società quotate. Nell’ultimo mese, il titolo di Generali, dove è in corso una battaglia vera con colpi alti e con colpi bassi, è passato da 15,87 a 19,26. Nell’ultimo mese, il titolo di Tim, dove è in corso una battaglia finta, con un fondo americano che ha presentato un’offerta che non è un’offerta e uno stato che ha scelto di fare di tutto per annacquare una possibile offerta, è passato da 0,24 a 0,31. E non si capisce perché un’azienda il cui titolo vale 0,31 debba opporsi a una proposta di offerta di un fondo di investimento che ha valutato ogni azione 0,50. Viva la competizione. Quella vera.



Al direttore - Molto in sintesi. La riforma della giustizia almeno per ora non si può fare. La politica è troppo debole perché è ricattata dai magistrati.
Frank Cimini

 

Riforma debole, certo, magistrati sempre sovrani, correnti sempre forti, responsabilità sempre limitata, ma fare un piccolo passo in avanti (cosa che l’Anm teme a tal punto da scioperare) è sempre preferibile che mantenere uno status quo ridicolo che ogni giorno fa fare alla nostra giustizia non un passo in avanti ma uno indietro.

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