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Antisemitismo no, grazie. W Israele in Europa. Qui l’appello

Michele Magno
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Al direttore - Strano paese il nostro. Le aziende fanno fatica a trovare elettricisti, saldatori, carpentieri, ingegneri, tecnici informatici, ma a maghi, indovini, astrologi, cartomanti e sensitivi il lavoro certo non manca. Si calcola che ogni anno circa tredici milioni di italiani si rivolgono ai “professionisti dell’occulto”. Un florido mercato della superstizione, dell’ignoranza e del raggiro a cui si aggiungono ormai falangi di complottisti, rettiliani, terrapiattisti, antivaccinisti, catastrofisti climatici, negazionisti dell’allunaggio e dell’Olocausto. Sono i nuovi protagonisti dell’èra della cliccocrazia, in cui domina – come l’ha chiamato Alain Badiou – “il chiunque”, l’abitante del web senza identità e senza volto. Diceva Ennio Flaiano che “oggi anche il cretino è specializzato”. Sono bastati pochi decenni per vederlo all’opera su internet come sfacciato manipolatore della verità storica e della verità scientifica, capace di raccogliere impunemente il consenso di moltitudini di cittadini alla mercé di scaltri demagoghi. Una sconfitta della cultura e della ragione, ascrivibile in buona misura a quella “bêtise” (idiozia) immortalata da Gustave Flaubert nel suo romanzo – incompiuto e postumo – “Bouvard e Pécuchet” (1881). Come ha osservato uno dei suoi più acuti studiosi, il critico letterario Ernesto Ferrero, i due scrivani incarnano a meraviglia l’uomo-massa del tempo presente: “Provvisto d’un robusto istinto gregario, tuttologo credulone che si ingozza di frasi fatte e si stordisce con uno zapping mentale, surfando superficialmente da un argomento all’altro, incapace di scegliere perché non sa cosa cercare, convinto di poter arrivare ovunque con poca fatica”. Non si salva nessuno in questo geniale pastiche filosofico che anticipa i reality odierni. Flaubert usa la freddezza del referto medico per stilare una requisitoria spietata contro un falso sapere consolatorio e ingannevole. La stupidità lo indigna e, insieme, lo affascina. Fa dire a Bouvard che il progresso è una fandonia e la politica una porcheria; e a Pécuchet che i borghesi sono spietati, gli operai invidiosi, i preti servili, il popolo vile e insulso. Oggi forse farebbe dire a Bouvard che i partiti sono pieni di affaristi senza scrupoli, e che i parlamentari sono dei fannulloni; e a Pécuchet che gli onesti sono angariati da élite corrotte, e che gli immigrati ci invadono e sono ladri o stupratori. Bouvard e Pécuchet, i due sciocchi presuntuosi di Flaubert che “ogni tanto aprivano un libro e lo rinchiudevano subito: a che scopo leggere?”, oggi sarebbero degli eroi nei talk show televisivi e sui social network.

Michele Magno

 

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Al direttore - D’accordo: è ora di portare Israele in Europa. Nella Nato, no?

Giuliano Cazzola

 


 

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Al direttore - Con Marco Pannella siamo stati almeno una decina di volte in Israele per portare la proposta di Marco di ingresso di Israele nell’Ue. Verso la fine degli anni 90 a Gerusalemme incontrammo tra i grandi leader politici israeliani anche un quasi sconosciuto Benjamin Netanyahu (Pannella capì e disse subito che avrebbe fatto molta strada e per questo volle incontrarlo…). E’ una campagna che ha visto lui e il Partito radicale molto attivi per diversi anni a Gerusalemme, a Bruxelles, a Tel Aviv, a Roma, presso le comunità ebraiche di Milano, Roma e Strasburgo presso tutte le istituzioni europee e italiane. Abbiamo avuto centinaia/migliaia di adesioni da tutta Europa e da Israele ma l’ignavia e l’indifferenza della politica italiana, europea e israeliana, che non hanno capito o hanno fatto finta di non capire quanto sarebbe stato importante muoversi per tempo, hanno fatto sì che non fosse dato ascolto a quanto Marco Pannella proponeva, con i risultati che sono oggi davanti agli occhi di tutti. Grazie per aver ricordato questa importante campagna che speriamo prima o poi venga rilanciata!

Sergio Rovasio, già assistente di Marco Pannella alla Camera dei deputati e al Parlamento europeo

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L’antisemitismo è il termometro che misura la forza di tutti i fanatismi e sfidare l’estremismo portando Israele in Europa è una battaglia che permetterebbe al governo italiano di dimostrare di essere dalla parte giusta della storia. Le lettere che abbiamo ricevuto sono tantissime, le pubblicheremo la prossima settimana, e continuate a scriverci qui: israeleeuropa@ilfoglio.it

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