il bi e il ba

Attenti al lupo, che dopo averlo invocato invano arriva e fa strage di pecore

Guido Vitiello

Quelli che la sanno sempre lunga dimostrano di non aver letto fino in fondo Esopo. Si sono limitati alle prime righe, traendone morali errate o quantomeno parziali

La sinistra è come il pastorello che grida al lupo al lupo, solo che il lupo – l’autoritarismo – non si presenta mai. Così dicono quelli che la sanno sempre lunga. Ma quanto lunga? A quanto pare non abbastanza da arrivare in fondo alle poche righe di Esopo, quando il lupo irrompe veramente nel villaggio e approfittando della disattenzione dei suoi abitanti fa strage di pecore. Di conseguenza, anziché ricavarne tutta la morale – la diffidenza verso i falsi allarmi non dispensa dal ponderare i veri, perché è solo quando tutti dormono che il lupo può banchettare indisturbato – ne spremono una lezione saccente e imprudente: ogni allarmismo cela un falso allarme. Come cani di Pavlov alla rovescia, ormai non fanno l’acquolina neppure se gli metti la ciotola traboccante sotto il naso.

 

 

Quando nei mesi scorsi hanno sentito dire che queste elezioni americane erano diverse dalle solite, i nostri lungosapienti gongolavano: era una nuova occasione per ripetere la loro favola monca e scambiarsi ironie compiaciute sui pastorelli progressisti che drammatizzano sempre. Poi però il lupo è arrivato, inequivocabile. In flagranza di reato lupesco, per giorni e giorni, in mondovisione. Un presidente americano sta usando tutto il suo potere per rovesciare l’esito elettorale e manomettere le istituzioni democratiche. Non gli riuscirà, ma solo perché (scusate se cambio favola in corsa) gli Stati Uniti sono il porcellino con la casa di mattoni, e al lupo non basta soffiare forte per mandarla giù. Ma i nostri amici blasé, specie qui nella catapecchia di paglia, per una volta sapranno ricavarne la morale giusta?

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