Consigli di lettura non usuali per gente più che “usuale”
Per Natale lasciate perdere cellulari o borsette e andate in libreria. Quattro suggerimenti per scegliere un bel regalo giusto per la persona sbagliata. O un regalo sbagliato per la persona giusta
Il Natale è alle porte ma io non sono qui per dirvi che dovete essere più buoni – dopotutto, nessuno è mai pronto alla bontà, che è anche decisamente passata di moda. L’epoca della piccola fiammiferaia è finita da un pezzo, la povertà è in via di demolizione (così ci hanno detto, e chi sono io, che credo ancora a Babbo Natale, per non credere a loro?): chi sta meglio di noi? Del vecchio e caro Natale, perciò, restano solo i regali, ma su questi non si scherza.
Lasciate perdere cellulari, vestiti, scarpe e borsette. Per quelli avete avuto tutto il Black Friday. Piuttosto, recatevi in libreria – vi è concesso di barare anche con gli store online, ma la libreria fisica, con tanto di libraio pronto ad aiutarvi, è sempre meglio – e scegliete un bel regalo giusto per la persona sbagliata. O un regalo sbagliato per la persona giusta, vedete voi. Perché quelli che sto per darvi sono dei consigli di lettura non usuali provocatoriamente adatti a gente più che “usuale”.
Per il maschio alfa, l’uomo che non deve chiedere mai:
Ogni autrice – da Camilla Baresani a Teresa Ciabatti, da Lidia Ravera a Donatella Di Pietrantonio – sono state ritratte nel loro luogo più intimo, quello in cui scrivono, che può essere la stanza del cane (come per Rosella Postorino) o un bar di Ponte Milvio (come per Simona Sparaco), o la casa isolata, immersa nella natura, di un paesino abruzzese come Pescasseroli (per Dacia Maraini). Rituali, tic, piccole fissazioni; e poi il silenzio, la pace, o il trambusto dei luoghi pubblici in cui si muovono dei perfetti sconosciuti. Alessio Romano descrive il mondo che si cela dietro lo sguardo di queste artiste della parola, catturato con grande maestria da Ale Di Blasio: il merito di questo libro prezioso e graficamente impeccabile, è quello di aver saputo cogliere – e raccogliere – la cosiddetta “luccicanza”, un guizzo spirituale, emotivo ed espressivo che prende vita nella “stanza tutta per sé”.
Per uomini e donne saldamente attaccati alla realtà:
Un saggio istruttivo e divertente per arricchire il nostro universo cultural-fantastico.
Per i benpensanti della domenica:
Maschere caratterizzate da atteggiamenti frivoli che la Guglielminetti immortala in frammenti di vita quotidiana, descrivendo il loro banale perbenismo con l’aiuto di una scrittura audace, intelligente e schietta.
Per le femministe da salotto:
La storia di Franca Gaudelli, giovane fiorentina alle prese con feste, partite a tennis e giornate di svago assieme alla migliore amica Fanny e ai suoi coetanei – anche di sesso maschile –, viene raccontata dalla scrittrice palermitana con l’intento di riflettere su una tematica molto importante, specie negli anni in cui venne pubblicato il romanzo. Franca, che a causa del lavoro di suo padre deve lasciare Firenze per trasferirsi in un paesino siciliano, incontrerà nell’isola quello che fu un piccolo flirt dei mesi passati, Stefano. Quest’uomo, però, così come tutta la sua famiglia, non vede di buon occhio la ragazza, né tantomeno le sue abitudini di donna libera e indipendente, tanto che cercherà di escluderla ed emarginarla. Franca, in preda all’angoscia, tenterà in extremis di cancellare il proprio passato e la propria identità, provando a recuperare un modello di donna più tradizionale. Dunque, alla luce del dramma della Gaudelli, la domanda chiave del romanzo è: può una donna aspirare al matrimonio, alla maternità e alla costruzione di una famiglia, pur mantenendo intatta la propria libertà e una sana voglia di indipendenza? Al lettore l’ardua sentenza.