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Dal turismo alle Olimpiadi, tutti i segni che Milano corre ancora

Daniele Bonecchi

Così il capoluogo lombardo sta reagendo con forza alle politiche del governo e alle nuvole di una recessione che potrebbe affacciarsi (anche al nord)

C’è chi vorrebbe fermare il treno in corsa, a costo di farlo deragliare. Perché nell’Italia del “cambiamento” la motrice non è gialloverde. E chi invece, come Beppe Sala, vuole spingere il treno fino al limite, perché è l’ultimo e più solido legame dell’Italia con la vecchia inquieta Europa. All’orizzonte, ci sono anche le nuvole di una recessione che potrebbe affacciarsi, anche al nord, e sarebbe un guaio. Ma se la questione politica fa tremare le carrozze di testa del sistema Italia, la Milano della ricerca e della innovazione reagisce con la forza del suo nuovo profilo.

 

Infatti nelle settimane di Natale e Capodanno – dopo che anche le classifiche ufficiali si erano arrese al primato milanese (con Roma surclassata) – la città ha registrato l’ennesimo record. Quella che una volta era “solo” la città del lavoro, delle fiere, della moda e dei convegni, in un amen o poco più (dalla stagione dell’Expo 2015) è diventata una capitale del turismo e degli eventi mondiali. Nel corso del 2018, il capoluogo lombardo ha registrato oltre sei milioni di presenze (precisamente 6.277.727 visitatori). Se però si considera la grande Milano il numero supera addirittura i nove milioni di turisti (9.166.401). E l’Osservatorio regionale del turismo e dell’attrattività di Polis Lombardia spiega che le presenze turistiche in regione hanno raggiunto quota 40 milioni, mentre gli arrivi sono stati 16 milioni. Al primo posto per numero di visitatori ci sono gli americani (con 300.000 presenze), seguono i tedeschi (250.000), poi i francesi (230.000) e i cinesi (220.000), a ruota tutti gli altri, compresi sauditi e russi.

 

Per consolidare l’appeal di Milano il comune di Milano con Camera di Commercio ha creato una nuova agenzia, “Yes Milano”, con sede ai Giureconsulti, sul modello della London & partners, l’agenzia pubblica che ha rilanciato il brand della capitale inglese. Sala spiega che il modello Milano “per crescere deve continuare a guardare al mondo e non può accontentarsi di avere la leadership sul territorio italiano, ma deve avere l’ambizione di diventare un nodo globale. Mi auguro che i soggetti che hanno contribuito alla crescita del territorio in questi anni abbiano voglia di cogliere questa sfida e partecipino attivamente”. “Portare il mondo a Milano e Milano nel mondo”, fa sintesi Carlo Sangalli, patron della Camera di Commercio. “La collaborazione tra comune di Milano e Regione Lombardia passa anche attraverso Explora – spiega Giorgio Rapari, neopresidente della società di promozione turistica della Regione – e infatti è già in calendario un incontro coi vertici di “Yes Milano” per definire obiettivi comuni. Regione e comune devono fare gioco di squadra perché gli obiettivi sono ambiziosi”. E a proposito di grandi obiettivi cresce anche il sistema delle imprese del terziario della grande Milano. Secondo i dati più recenti della Camera di commercio sono circa 303 mila, 4 mila in più in un anno.

  

Il prodotto a cui si sta dedicando l’officina Milano in queste settimane si chiama Olimpiadi 2026. Domani il documento programmatico, il masterplan delle Olimpiadi invernali 2026 targate Milano-Cortina, sarà inviato a Losanna. Nelle 130 pagine del progetto tutti i dettagli sulle infrastrutture, la logistica, gli eventi, i costi (350 milioni di cui il 50% a carico del cluster Lombardia- Milano-Valtellina e il resto del Veneto, Cortina, Trento e Bolzano). La prima olimpiade diffusa sul territorio. A Milano toccheranno, oltre alla cerimonia di apertura allo stadio Meazza, l’hockey al PalaItalia di Santa Giulia, lo short track e il pattinaggio di figura al Mediolanum forum. Verrà realizzato nel capoluogo il villaggio olimpico nello scalo ferroviario dismesso di Porta Romana. Le discipline alpine saranno distribuite tra Cortina, Val di Fiemme, Predazzo, Bormio e Livigno. Ma in città si moltiplicheranno gli eventi collaterali allo sport bianco e cultura e shopping faranno la loro parte. Perché il treno che corre deve superare l’ultimo ostacolo, la candidatura di Stoccolma. Poi la strada sarà tutta in discesa. (Da. Bo.)

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