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gran milano

Primarie qui, alleanze là. Il fantasma di Lady Moratti su Pd e Terzo polo. E poi c'è Maran

Fabio Massa

Con l'uscita di scena di Enrico Letta prevista dopo il Congresso dem, probabilmente anche Carlo Cottarelli, il candidato in pectore per sfidare “le destre” in Lombardia, potrebbe defilarsi. Intanto Azione e Italia viva raccolgono il sostegno dei riformisti milanesi, che non avrebbero problemi a votare l'attuale assessore al Welfare

L’altra sera Beppe Sala, alla presentazione milanese alla libreria Rizzoli del libro “Le catene della destra” del direttore del Foglio Claudio Cerasa l’ha cautelativamente detto chiaro e tondo: “Sono fatti dell’altra parte politica, è da escludere però che l’aspirante Moratti possa avere la fiducia dalla nostra parte politica”.

In effetti il ragionamento su Letizia Moratti candidata non con il centrodestra, ma con altri (ragionamento che pure circola e intriga sotto la Madonnina) è più complesso. E sta all’interno di una serie di movimenti che si stanno verificando nel partito regionale all’indomani delle elezioni, che hanno sancito l’uscita di scena post congresso di Enrico Letta e – a questo punto – probabilmente anche di Carlo Cottarelli, che di Letta era il candidato in pectore per sfidare “le destre” in Lombardia. Da libreria a libreria, se Sala dice no a Moratti, Pierfrancesco Maran sabato alle 10 e 30, davanti alla Fondazione Feltrinelli, chiamerà a raccolta i suoi: “Vorrei dire e fare qualcosa con tutt*ə voi che in questo momento sentite che bisogna mettersi in gioco per il futuro del paese e della Lombardia – scrive Maran su Fb, scivolando sulla schwa come su una zeppola alla moda – Cominciamo da un incontro per chi ha un’idea della politica che è passione, partecipazione e sfide. Cominciamo da quei luoghi dove governiamo insieme, bene, cambiando le cose. Cominciamo a vincere. Cominciamo dalla Lombardia”. 

Al di là dello slogan, il ritorno in campo di Maran, uno dei grandi esclusi dal Parlamento, non ha il significato di una candidatura (per adesso). Maran infatti spinge e spingerà per le primarie come metodo di selezione del candidato (le primarie equivalgono in ogni caso a un no a qualsiasi ipotesi Moratti, per quanto fantascientifica). Solo dopo aver ottenuto la loro convocazione potrebbe dirsi della partita. In questo movimento Maran è accompagnato anche dai cattolici del Pd, che non solo hanno presentato un odg in direzione regionale per convocare le primarie, ma anche per aprire un tavolo di confronto prima di tutto con il Terzo polo. Il segretario Vinicio Peluffo è invece rimasto sull’opzione campo largo, per provare a tenere insieme tutti. Su questa opzione ci sono anche le altre correnti maggioritarie del partito, che prendono tempo per vedere come butterà a livello nazionale e congressuale. Per un’alleanza strettissima con il Terzo polo c’è invece tutto il mondo legato ai riformisti milanesi, che non avrebbero neppure problemi a votare Letizia Moratti, sulla quale però c’è il veto della maggior parte del partito e pure del sindaco di Milano, che conta assai in queste scelte. In effetti le grandi manovre sono cominciate e le decisioni delle prossime settimane potrebbero consegnare una sfida a due o a tre, con conseguenze sulle maggioranze locali (leggasi Del Bono e pure Giorgio Gori), inimmaginabili. (fa.ma.)