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Sicurezza, Olimpiadi, San Siro e case popolari. I quattro temi caldi che Milano rischia di dimenticare

Fabio Massa

Le partite ancora aperte di cui si rischia di perdere memoria, nell’attesa che giunta e maggioranza meneghine abbandonino i giochi di prestigio e di parole

Forse i milanesi sono un popolo di geni come Albert Einstein, che sosteneva che la memoria è l’intelligenza degli idioti. O forse siamo un po’ fessi noi che invece cerchiamo di tenere il conto dei dossier aperti e non chiusi dalle parti di Palazzo Marino, delle partite sulle quali ci piacerebbe vedere apposto il timbro “completato”. Ad oggi, se ne contano almeno quattro, di partite aperte e di cui si rischia di perdere memoria, nell’attesa che giunta e maggioranza meneghine abbandonino i giochi di prestigio e di parole. Tra i quattro, il primo è davvero cruciale.


Sicurezza. Il 7 di febbraio, quindi circa quaranta giorni dopo i fatti di Capodanno, un’ondata di stupri in piazza Duomo che ha scandalizzato l’Italia, il ministro Luciana Lamorgese (che dopo le manganellate agli studenti inizia a essere criticata anche da sinistra) arriva nel capoluogo dove era stata per lungo tempo in qualità di prefetto di Milano. Promette che arriveranno 255 uomini delle forze dell’ordine in più. Il sindaco Beppe Sala, per parte sua, aveva già annunciato l’assunzione nel prossimo biennio di 500 vigili urbani (dei quali però una parte vanno a colmare il turn over scoperto accumulato negli ultimi anni). Fra tre anni invece i nuovi innesti (ri)porteranno il numero al livello massimo dai tempi di Albertini (che sostiene di averne avuti 4.000 alle sue dipendenze). Tuttavia la questione della sicurezza rimane un capitolo aperto, perché la percezione a volta è più importante della realtà. I freddi numeri raccontano una diminuzione di tutti i reati di sangue e dei reati particolarmente gravi. Ma i social e i canali telegram rimandano una situazione di assoluta tensione soprattutto in alcune zone, come il Lazzaretto, con episodi violenti  spesso non censiti perché non denunciati. il ministro dell’Interno ha usato toni rassicuranti, “non dite che c’è un’emergenza”, ma il dossier non si può considerare chiuso. 


San Siro. Il sindaco Beppe Sala ha annunciato l’avvio di un dibattito pubblico sul futuro non solo dello stadio, ma anche e soprattutto dell’intero quartiere. Tuttavia, con una logica che ha dell’incredibile, un tema che sarebbe dovuto essere il cuore della campagna elettorale scorsa è stato sottovalutato prima del voto, è esploso per qualche mese dopo la riconferma di Sala e, adesso, nessuno sa dove si sia inabissato. In che modo avverrà il dibattito pubblico? Chi coinvolgerà? Con quali modalità? Non si sa. E soprattutto – con grande disperazione dello stesso Sala – non si sa che cosa ne pensino i due club. Altre questioni “laterali” rispetto all’impianto sportivo: che cosa sorgerà di fianco, e come? Al netto degli indici, l’unico rendering che servirebbe è quello degli edifici esterni allo stadio nuovo, di cui ormai sappiamo davvero quasi tutto. Pare che al lavoro ci sia la crème degli architetti anche meneghini, ma non si sa nulla se non che aumentando l’area a parco prevedibilmente le cubature porteranno a palazzi più alti.

 

Case popolari. Il sindaco lo aveva detto in campagna elettorale. Era l’11 settembre 2021, e l’allora candidato alla riconferma spiegava: "Sì a una società di scopo per gestire insieme gli alloggi di MM e Aler”. Di acqua ne è passata. C’è stato qualche incontro con la Regione, e la nomina di Pierfrancesco Maran come assessore. Attilio Fontana, a dicembre, spiegava a margine di Direzione Nord, alle Stelline: “Tra qualche mese avremo una risposta definitiva, in un senso o nell’altro”. Ad oggi non abbiamo novità, ma è bene fare un nodo al fazzoletto, perché dopo trent’anni di niente sulle periferie val la pena avere un po’ di memoria.


Olimpiadi. Il percorso di comunicazione delle Olimpiadi del 2026 dovrebbe cominciare ora, perché da Pechino in poi il tempo volerà. I palazzi del potere, ovvero Comune e Regione, non sembrano però eccessivamente coinvolti dall’operatività interna al comitato, e anche la comunicazione su Milano e su Cortina (oltre che sulle regioni Veneto e Lombardia) pare ancora sottotono e discontinua. In più solo recentemente si stanno affrontando i temi più infrastrutturali, come il Palasharp, che a partire dall’autunno 2022 verrà ristrutturato e che vedrà anche i lavori necessari allo svincolo della Tangenziale. Il dossier è apertissimo e Sala lo presidia: il 20 sarà a Pechino per ricevere la bandiera

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