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Gran Milano

Non è tutto rimpasto quel che luccica. Moratti, il Cav. e il gioco di Salvini

Fabio Massa

Fiore all'occhiello del berlusconismo che fu, ora è il nome proposto dalla Lega (non da Berlusconi) per rilanciare la Lombardia

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Il rimpasto in Regione è cosa fatta, salvo intese sui dettagli, e a prima vista coincide con l’ammissione di una débâcle da parte della maggioranza a trazione leghista ma con settori chiave (Sanità, sviluppo economico) in mano a Forza Italia. E il cambio al Welfare, con il rientro di una big dell’ex berlusconismo trionfante, potrebbe essere letto come una ripresa d’iniziativa del riformismo moderato del Cavaliere d’antan. Ma in politica di vittorie nette e certe non ce ne sono. Soprattutto se quel che appare non è, o non è del tutto.

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Il rimpasto in Regione è cosa fatta, salvo intese sui dettagli, e a prima vista coincide con l’ammissione di una débâcle da parte della maggioranza a trazione leghista ma con settori chiave (Sanità, sviluppo economico) in mano a Forza Italia. E il cambio al Welfare, con il rientro di una big dell’ex berlusconismo trionfante, potrebbe essere letto come una ripresa d’iniziativa del riformismo moderato del Cavaliere d’antan. Ma in politica di vittorie nette e certe non ce ne sono. Soprattutto se quel che appare non è, o non è del tutto.

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Così, leggere la nomina di Letizia Moratti all’assessorato alla Sanità con vicepresidenza (se ci sarà dopo il rimpasto un solo vicepresidente lo si capirà nei prossimi giorni) come una grande vittoria di Forza Italia è quantomeno fuorviante. Mediaticamente lo può sembrare, e tecnicamente Moratti può fare meglio di Gallera. Ma che il riflesso di Moratti possa far brillare Forza Italia, non è detto. Prima di tutto perché Letizia Moratti è donna di talmente grande spessore da poter essere collocata al di fuori, e per certi versi al di sopra, della compagine azzurra in Regione Lombardia. Letizia Moratti è Letizia Moratti, con il suo allure e il suo status, la passione e lo stile di lavoro per il suo modo di entrare dentro i problemi, che siano la Rai, l’Expo e ora la Sanità. Talmente strutturata da poter prendere colpi – forti e continui – senza fermarsi. Fortiter, come nello stemma della sua famiglia.

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E’ facile prevedere che il suo insediamento nell’assessorato di Regione più importante tradizionalmente, e più delicato attualmente, la proietterà nella massima sovraesposizione mediatica. Attilio Fontana potrà dire di potersi meglio concentrare sul rilancio della Lombardia (ma si potrà anche dire “commissariato”, e ovviamente molti lo diranno). Di certo Fontana non sarà più il solo bersaglio, di certo la figura a cui tutti guarderanno è Moratti. Ma questo è un obiettivo ottenuto da Matteo Salvini, che è quello che ha proposto il nome di Letizia Moratti a Silvio Berlusconi. E non viceversa: dettaglio importante. Forza Italia dunque si tiene la Sanità, che già aveva. Molte grane, oltre alla possibilità per la Moratti di fare un passo verso la candidatura a governatrice tra due anni (ma due anni sono un’eternità, inutile parlarne adesso).

  

  

E la Lega? La Lega invece si prende lo Sviluppo economico che era di Alessandro Mattinzoli (forzista), e lo assegna a Guido Guidesi, fedelissimo di Matteo Salvini. Poi prende l’ex ministro Alessandra Locatelli e la mette ai Servizi sociali al posto di Silvia Piani, sempre Lega ma già traballante, un luogo da sempre molto importante per il Carroccio. Insomma, i problemi da una parte, i soldi e gli investimenti dall’altra. E il presidente della giunta più tranquillo su tutti i fronti. Non è finita. Come nell’aria già da novembre, adesso è arrivato il momento del passaggio – come ha scritto ieri Il Giorno – di Alan Rizzi, Alessandro Fermi e Mauro Piazza. Ovvero, tre consiglieri regionali di Forza Italia che si trasferiscono in Lega. Fermi è anche il presidente del Consiglio regionale, e Alan Rizzi è un sottosegretario carissimo al Cavaliere.

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Quando si chiuderà la transizione lombarda, e si tireranno le somme, si potrà davvero dire che la Lega ha perso qualcosa? O, piuttosto, che i vincitori della partita sono Salvini e (a suo modo) Fontana, sicuramente Letizia Moratti (che rientra e che avrà la sfida che desidera), e in nessun modo gli azzurri? E chi sarà sicuramente tra gli sconfitti? I consiglieri oltranzisti della Lega, lasciati fuori da qualsiasi ipotesi di promozione. E i consiglieri di Forza Italia, sempre meno, e sempre più isolati. Questo produrrà turbolenza. Se il “rimpasto” lombardo sarà sufficiente a Salvini per ridare slancio, a livello generale, al suo progetto politico in affanno, si vedrà. Nel frattempo Forza Italia ha la possibilità, almeno teorica, di sfruttare il lavoro di rilancio della Sanità, attraverso Letizia Moratti: star di un berlusconismo che era molto diverso dal centrodestra attuale, anche lombardo, e di cui Berlusconi deve ritrovare la strada se non vuole che questa sia la sua ultima partita.

 

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