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GranMilano

Una Milano che riappare. Il successo su Instagram di chi la racconta bene

Paola Bulbarelli

"Milano scomparsa o quasi" è su Instagram, "Passeggiando per Milano (e dintorni)" su Facebook. La riscoperta via social di una città diversa, sconosciuta e affascinante. Con un obiettivo: far incontrare 'nel reale' le persone che partecipano online

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I numeri iniziano a essere di tutto rispetto, 30 mila follower su Instagram non sono pochi per un profilo che pubblica foto d’antan di una Milano che fu ma che proprio attraverso quelle immagini rivela tutta la sua modernità. “Milano scomparsa o quasi”, è un profilo che preferisce non svelare l’identità, ha già postato circa 3.800 fotografie corredate da lunghe note che sembrano romanzi. E ora annuncia anche una collana di libri su Amazon. Si scopre che già nel 1971, sotto le volte della Centrale, venivano organizzate sfilate della Settimana della moda. Si scopre la Raccolta della lana del 1916, in corso di Porta Ticinese, per i soldati che si preparavano ad affrontare l’inverno sulle Alpi. O la Confetteria Baj e il panettone di Giuseppe Baj diventato “offellajo” a metà ’800.

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I numeri iniziano a essere di tutto rispetto, 30 mila follower su Instagram non sono pochi per un profilo che pubblica foto d’antan di una Milano che fu ma che proprio attraverso quelle immagini rivela tutta la sua modernità. “Milano scomparsa o quasi”, è un profilo che preferisce non svelare l’identità, ha già postato circa 3.800 fotografie corredate da lunghe note che sembrano romanzi. E ora annuncia anche una collana di libri su Amazon. Si scopre che già nel 1971, sotto le volte della Centrale, venivano organizzate sfilate della Settimana della moda. Si scopre la Raccolta della lana del 1916, in corso di Porta Ticinese, per i soldati che si preparavano ad affrontare l’inverno sulle Alpi. O la Confetteria Baj e il panettone di Giuseppe Baj diventato “offellajo” a metà ’800.

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Chicche, meraviglie per gli appassionati ma talmente intriganti da coinvolgere anche chi non mostra interesse per il passato. Siamo chiusi in casa, i selfie-tramonti ai Navigli sono rimandati ad altra data ma il fenomeno della riscoperta via social di una città diversa, sconosciuta e ricca di storia sta prendendo piede grazie ad account di questo tipo e raccoglie un successo crescente. Sarà solo l’effetto del lockdown? Chissà. Intanto quattro studenti universitari su Instagram hanno lanciato “Passeggiando per la storia”, il cui intento “è promuovere la Storia attraverso il racconto del rapporto tra l’uomo e il territorio”. Foto e approfonditi racconti, dalla Cà Granda alla chiesa di San Fedele o fuori porta come Villa Arconati a Castellazzo.

 

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Non solo Instagram, anche su Facebook si può trovare una città datata e affascinante. Nel gruppo privato “Passeggiando per Milano (e dintorni)” i membri sono addirittura 33 mila. È specificato chiaramente che questa pagina non è un album di fotografie e che le immagini senza commento vengono cancellate. Obbligatoria la descrizione, che non deve essere un copia incolla. “Abbiamo scelto Fb come unica interfaccia – spiega Mauro Domenico Catalano, manager, che con la compagna Silvia Spanò, avvocato, ha creato e cura la pagina – non abbiamo un sito web, né un blog e non siamo su Instagram. Il progetto prevede che si raccontino storie, chiunque può entrare nella pagina attraverso immagini e parole. Apprezziamo la gente che si sforza, che fa ricerca, che raccoglie le informazioni”.

 

Il gruppo è una vera e propria community, “la mission è cultura, socialità e sociale, facendo incontrare ‘nel reale’ le persone che partecipano a questa esperienza. Proprio il momento che stiamo vivendo manifesta le rotture tra la gente, mentre noi cerchiamo di creare un terreno condiviso. Ciò che conta è il sentimento di appartenenza a un luogo che si ottiene andando a scovare le origini, la storia, cosa c’è dove vivi. Milano nasconde storie pazzesche di luoghi, d’innovazione, di arte, di cose clamorose”. Un successo che ha varcato i confini. “Dopo un anno Fb ci ha chiamato e selezionato per essere rappresentanti italiani  con un’altra ventina di gruppi al Summit Facebook di Londra, loro ospiti nel 2018. E nel 2019 invitati al Facebook Comunity Day a Roma, dove hanno riunito i trenta gruppi che consideravano più influenti rispetto alla loro filosofia nel fare social educativo, che unisse e non allontanasse le persone”.

 

Ma non è finita lì. “Ci siamo più strutturati e abbiamo iniziato le ‘Passeggiate condivise’. Quando non c’era il Covid, un paio di volte al mese circa portavamo le persone in questi itinerari non convenzionali. E abbiamo dato origine a un piccolo progetto di social responsability con ‘Terre des Home’ e adottando due bambine a distanza che il gruppo mantiene totalmente. C’è anche chi parla di Milano ma lo fa solo sui libri e non sui social. Marco Dell’Acqua e Giuliano Pavone hanno scritto “101 perché sulla storia di Milano che non puoi non sapere”. “Nessuno sa – racconta Dell’Acqua – che Milano è la città dei premi Nobel che ci sono passati o ci hanno vissuto. Tutto parte da Milano e tutti i grandi sono passati di qui”.

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