Foto LaPresse - Fabio Delfino 15/08/2018 

GranMilano

Le Rsa non sono un inferno. Il progetto “Eccomi” e altre idee

Paola Bulbarelli

Un canale di comunicazione tra gli ospiti delle residenze sanitarie, le famiglie e la comunità, che porta in dieci strutture soluzioni di telepresenza sempre disponibili e coinvolge 2.100 anziani

Il suo nome è “Eccomi”. Ma potrebbe anche chiamarsi “piuttosto di niente è meglio piuttosto”, che poi in dialetto milanese viene ancor meglio. Il tema è serio, però. Tocca le corde sensibili dei soggetti più fragili: gli anziani. Per loro anche poco è tantissimo e mai come in questi momenti terribili di lontananza totale dalle persone che rappresentano il loro mondo. “Eccomi” nasce per questo, per esserci quando non si può, per parlare come se si fosse in presenza, per regalare un sorriso autentico ma senza una carezza vera. Un canale di comunicazione tra gli ospiti delle Rsa, le famiglie e la comunità. Il progetto promosso da Fondazione Amplifon, Cisco, Durante e Comune di Milano, con l’appoggio di Uneba Lombardia, porta in dieci residenze sanitarie soluzioni di telepresenza sempre disponibili e coinvolge 2.100 anziani. “Quando ci hanno proposto di sperimentare la telepresenza nelle Rsa con un comodato d’uso degli strumenti tecnologici e la loro assistenza tecnica gratuita, abbiamo molto apprezzato – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – Nelle Rsa viviamo tutta la delicatezza e la complessità della pandemia, ma abbiamo visto nei gestori la determinazione, l’attenzione e la professionalità necessarie per gestire questo servizio nel modo più sicuro. Oltre alla cura, diventa importante garantire un contatto con i famigliari, i parenti, gli amici. E’ un ponte digitale essenziale”.

 

In dieci strutture, cinque del Comune e cinque private (Gerosa Brichetto, Famagosta, Pindaro, Ferrari, Casa dei Coniugi, Fondazione Biffi, Piccola Casa del Rifugio, Istituto Sacra Famiglia, Istituto don Gnocchi, Casa Verdi) è attiva una postazione di telepresenza Cisco Webex DX80: con uno schermo da 24 pollici, semplice come fare una telefonata e con altissima qualità di immagine e suono, per un’esperienza di “compresenza” molto vicina al dialogo di persona. I familiari degli ospiti, dal canto loro, possono usare per collegarsi qualsiasi dispositivo connesso a Internet. “Pubblico e privato vanno sempre più di pari passo. Milano è sempre stata una città rispetto ad altre, più sbilanciata verso la componente privata. Oggi questo sbilanciamento è diventato un dibattito importante e dobbiamo riuscire a non sparire come ente pubblico ma essere capaci di dare al privato, quando si presenta con iniziative di orientamento pubblico e sociale, lo spazio giusto”.

 

Anche Regione Lombardia, durante il primo lockdown, aveva sposato un progetto che metteva le nuove tecnologie al centro. Huawei in partnership con Fastweb ha donato 250 smartphone e tablet e altri 500 sono arrivati da Samsung e Tim agli ospedali. “In questo momento le Rsa sono dei servizi in difficoltà, le famiglie hanno paura, la storia recente ha segnato molto le scelte. Il ricordo che ci portiamo dentro ci dice che le Rsa sono luoghi pericolosi, e a questo punto devono ricostruire una credibilità di questo servizio. Stiamo chiedendo al governo di prestare attenzione anche alla componente”. Nell’immediato che fare? “Mettere in pratica quel che abbiamo imparato. Mettere ordine all’interno del servizio e applicare tutte le disposizioni, essere molto vigili sulle procedure, attivare tutti i meccanismi diagnostici e di salvaguardia della persona ospitata e del personale. Le cose stanno migliorando, oggi il percorso è molto più chiaro. Un atteggiamento rigoroso è uno degli aspetti su cui puntare per ridare credibilità a questi servizi”. Magari gli anziani si tengono a casa perché la pensione è fondamentale per la sopravvivenza della famiglia. “In questo momento potrebbe esserci anche questo aspetto, ma nelle Rsa il Comune si fa carico della retta, spesso la paga tutta. Si deve solo ripristinare una fiducia che deve lasciare il posto del timore”.

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