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Zhenua leaks

Mafiosi e trafficanti. Ecco perché la Cina è interessata ai nostri criminali

Giulia Pompili

Traffici, droga, mafia. Fonti d'intelligence spiegano la ragione per cui la Cina scheda i criminali (non solo in Italia). Parole chiave, elenchi, Ecco cosa c'è dentro il database rivelato dal Foglio

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Gran parte del lavoro di analisi sul database di Zhenhua, la società cinese con collegamenti diretti con Pechino e il Partito comunista cinese che monitora più di due milioni di persone nel mondo, consiste nel capire perché sia stata data più importanza a certi settori piuttosto che ad altri nell’elenco dei nomi presenti. Significa comprendere il disegno complessivo, e le reali intenzioni e i reali obiettivi del database.

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Gran parte del lavoro di analisi sul database di Zhenhua, la società cinese con collegamenti diretti con Pechino e il Partito comunista cinese che monitora più di due milioni di persone nel mondo, consiste nel capire perché sia stata data più importanza a certi settori piuttosto che ad altri nell’elenco dei nomi presenti. Significa comprendere il disegno complessivo, e le reali intenzioni e i reali obiettivi del database.

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Per esempio, il fatto che nell’elenco dedicato all’America compaiano così tanti dipendenti della Difesa – anche con profili non di primo piano – ci porta a una spiegazione facilmente intuibile: la Difesa è uno dei settori più strategici nella guerra di posizione tra Washington e Pechino. La stessa cosa succede se si pensa all’elenco sull’India: secondo l’Indian Express, molta attenzione viene data alle persone collegate direttamente o indirettamente alla ricerca scientifica e spaziale, uno dei tanti settori della competizione tra India e Cina. Ma c’è un elemento che è comune in tutti i paesi presi come target dal database, ed è l’elenco numero tre, quello dedicato anche ai criminali.

 

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Per tutti i paesi la Zhenhua ha i profili personali e il background di numerose persone condannate, oppure soltanto indagate, finite in qualche inchiesta. I profili sono compilati con cura, attraverso parole chiave che vanno da “associazione a delinquere”, “traffico di sostanze stupefacenti”, “riciclaggio di denaro”, “estorsione”, “frode”, “contraffazione”, perfino “terrorismo”. Ma come spesso succede, è quello che manca ad aiutarci a capire cosa vuol dire quello che c’è.

 

Una fonte d’intelligence, che preferisce rimanere anonima per la delicatezza dell’argomento, ha visionato il database del Regno Unito e dice al Foglio che la prima cosa che salta all’occhio sono le categorie di reati su cui la Zhenhua nel compilare il database sembra essersi concentrata: “Pur essendo un crimine molto comune, sembra non esserci grande attenzione a crimini come l’aggressione, l’omicidio, perfino il furto riguarda quasi sempre la droga o le armi”.

 

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Lo stesso avviene nell’elenco dei 2.732 criminali, o presunti tali, che sono registrati nel database italiano. Non ci sono assassini o stupratori, ma per esempio c’è Mohamed Tahr Gemin, eritreo accusato dalla polizia di Messina di traffico di esseri umani e tortura nel 2016, e Driss Harfouch, arrestato in Liguria nel 2017 perché faceva parte, secondo la Direzione investigativa antimafia, di un traffico internazionale di stupefacenti.

 

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C’è Costantino Sarno, “il numero uno del traffico internazionale di sigarette di contrabbando”, come lo descriveva Repubblica nel 2000 e perfino Giuseppa Giampaolo, vedova del boss della ’ndrangheta Antonio Pelle, madre di Giuseppe Pelle (tutti arrestati nel 2012).

 

Insomma, a osservare con attenzione i presenti nella lista si deduce che l’intelligence cinese è molto interessata a una certa categoria di reati. “Questi crimini sono il traffico di droga, la frode, o il traffico di esseri umani”, dice la fonte d’intelligence, “questo perché i cinesi pensano che queste persone potrebbero potenzialmente essergli utili”. La collaborazione tra criminalità organizzata, anche straniera, e agenti molto vicini al governo di Pechino in passato è stata certificata da diverse inchieste internazionali. Non parliamo soltanto delle triadi, le gang che operano a Hong Kong.

 

La collaborazione tra intelligence cinese e la Corea del nord, per esempio, viene da lontano, “allo stesso modo in cui, durante la Guerra fredda, ci furono strette collaborazioni tra il Kgb e la Stasi e i servizi segreti bulgari. I cinesi e i nordcoreani si scambiano informazioni, ma i cinesi usano i nordcoreani anche per fare il lavoro sporco quando gli fa comodo”. Per esempio, il paese più sanzionato del mondo usa il traffico di droga per sussistenza, e nel 2003 un cargo con 125 chili di eroina fu fermato su una spiaggia australiana mentre cercava di sbarcare. Le indagini australiane sulla Pong Su portarono alla scoperta di un collegamento tra i servizi di intelligence cinesi che, in sostanza, avrebbero finanziato le proprie operazioni sul territorio australiano attraverso il traffico di droga nordcoreano.

 

Recentemente è stato notato da diverse società di cybersicurezza, compresa la famosa FireEye, un collegamento tra hacker nordcoreani – che di solito portano avanti azioni per soldi – e attacchi informatici appoggiati da entità governative, come Cina e Russia. Secondo la fonte d’intelligence, questo aspetto del database potrebbe dirci che “la Cina è pronta a utilizzare il crimine come un’altra parte delle sue operazioni di interferenza straniera e di raccolta delle informazioni”.

 

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