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contro gli abusi

Non intercettate la Costituzione. Le idee di Nordio sono giuste

Per il 5 stelle Scarpinato intervenire sulle intercettazioni sarebbe “una restaurazione dell’assetto precostituzionale”. E’ vero il contrario: è il loro l’uso indiscriminato che contrasta con il principio fondamentale della libertà della persona. Vedremo come sarà la riforma ma l'impostazione del Guardasigilli è corretta

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La volontà del Guardasigilli di contrastare gli abusi e le propalazioni delle intercettazioni – che per ora non ha generato provvedimenti di legge e tantomeno ipotesi di limitare quelle relative a indagini di mafia – ha ugualmente suscitato un dibattito che in qualche caso ha assunto i caratteri di una battaglia pregiudiziale e senza esclusione di colpi. Roberto Scarpinato, parlamentare dei Cinque stelle ed ex procuratore esattamente come Carlo Nordio, è arrivato a sostenere che la riforma proposta sarebbe “una restaurazione dell’assetto precostituzionale”, cioè una violazione, se non proprio della lettera, almeno dello spirito della Carta costituzionale. In realtà è vero proprio il contrario: l’uso indiscriminato delle intercettazioni “a strascico” e di quelle ambientali contrasta con il principio fondamentale della libertà della persona, che non è una “concessione” dello Stato, ma un diritto che lo precede.

C’è poi la pratica della propalazione a mezzo stampa delle intercettazioni, fenomeno illiberale che ha contrassegnato gli ultimi decenni, che è già proibita: ma solo sulla carta, visto che non si ha notizia di inchieste sulla sua violazione che siano arrivate a una condanna. Se c’è un caso di palese impunità è proprio quello degli uffici giudiziari dai quali sono uscite indebitamente trascrizioni delle intercettazioni. Il problema è quello di trovare un equilibrio tra l’esigenza di perseguire i reati e quella di garantire il diritto alla riservatezza dei cittadini.

Oggi le intercettazioni sono consentite per cercare prove di qualsiasi reato punito con il massimo di 5 anni, cioè quasi tutti, il che ha portato a una espansione incredibile degli ascolti. Si vedrà, quando sarà depositata in Parlamento la riforma, che correttivi e che limiti si vogliono introdurre per restaurare lo Stato di diritto, quello previsto dalla Costituzione, e non dagli allarmi francamente forzosi di Repubblica. Solo allora il confronto avrà un senso: per ora c’è solo una levata di scudi giustizialista, un fuoco di sbarramento che vuole impedire che si ragioni concretamente sui mali della giustizia, che sono invece sotto gli occhi di tutti. Nordio non si è fatto impressionare e va avanti nella costruzione di un sistema in cui naturalmente si possano perseguire i reati senza eccessi di limitazione non necessaria dei diritti delle persone. Bene così.

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