PUBBLICITÁ

Editoriali

De Girolamo, un’altra vittima della gogna

Redazione

L’assoluzione dell’ex ministro è una gran lezione per i manettari modello Fatto

PUBBLICITÁ

Nunzia De Girolamo, già titolare del ministero dell’Agricoltura nel governo Letta e parlamentare di Forza Italia, è stata assolta con formula piena, perché il fatto non sussiste, dalle accuse di associazione a delinquere, concussione e abuso di potere. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Benevento presieduto da Daniela Fallarino affiancata da due donne giudici. L’ex parlamentare aveva sempre sostenuto la propria innocenza e ha espresso soddisfazione per l’assoluzione, sottolineando come sia stato un collegio femminile a pronunciarsi a suo favore. Masticano amaro, invece, tutti coloro che avevano sostenuto in modo esasperato la tesi colpevolista, a cominciare dal Fatto quotidiano, che ancora all’inizio del processo aveva esaltato la requisitoria della pm di Benevento Assunta Tillo, che aveva chiesto una condanna a 8 anni.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Nunzia De Girolamo, già titolare del ministero dell’Agricoltura nel governo Letta e parlamentare di Forza Italia, è stata assolta con formula piena, perché il fatto non sussiste, dalle accuse di associazione a delinquere, concussione e abuso di potere. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Benevento presieduto da Daniela Fallarino affiancata da due donne giudici. L’ex parlamentare aveva sempre sostenuto la propria innocenza e ha espresso soddisfazione per l’assoluzione, sottolineando come sia stato un collegio femminile a pronunciarsi a suo favore. Masticano amaro, invece, tutti coloro che avevano sostenuto in modo esasperato la tesi colpevolista, a cominciare dal Fatto quotidiano, che ancora all’inizio del processo aveva esaltato la requisitoria della pm di Benevento Assunta Tillo, che aveva chiesto una condanna a 8 anni.

 

Il Fatto aveva anche sarcasticamente sostenuto, in quell’occasione, dopo il congelamento della Rai del programma “Ciao Maschio” della De Girolamo, che all’ex ministro “le resterebbe la possibilità di fare l’opinionista a La7 di Massimo Giletti, a disquisire su temi di legalità e giustizia. A dispetto del suo status di imputata”. Insomma anche prima della condanna, che poi non c’è stata, De Girolamo doveva sparire. Il Fatto si vantava: “Chi ha buona memoria ricorderà … l’inchiesta che costrinse De Girolamo a dimettersi da ministro … Un’inchiesta prima giornalistica, iniziata nel gennaio 2014 dal Fatto Quotidiano”. Quell’inchiesta basata su illazioni che si pretendeva di confermare attraverso la registrazione di conversazioni ha dimostrato diciamo la faziosità, non la difesa della legalità da parte del giornale che l’ha promossa, come è risultato chiaro nella sentenza. Restituire alla Rai un programma non proprio memorabile come “Ciao Maschio” non è esattamente un’urgenza, ma l’urgenza è invece constatare con soddisfazione che la giustizia alla fine ha prevalso sulla partigianeria animosa, alla quale De Girolamo ha saputo resistere con pazienza e coraggio.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ