PUBBLICITÁ

editoriali

Un coraggioso Woodcock contro il 41-bis

redazione

Il pm denuncia le criticità sottaciute di un regime carcerario simile alla tortura

PUBBLICITÁ

Su questo giornale abbiamo spesso criticato le inchieste e i metodi del pm Henry John Woodcock, che hanno in qualche caso portato all’arresto di persone innocenti sulla base di prove inesistenti (per queste critiche il magistrato ci querelò, ma tutto fu archiviato perché i fatti raccontati erano veri). A maggior ragione, è il caso di elogiare il pm napoletano per la sua presa di posizione contro il 41 bis. In un intervento sul Fatto quotidiano, Woodcock scrive con lucidità ciò che tanti giuristi e garantisti affermano da tempo, sommersi da insulti e accuse di ogni tipo. Queste misure restrittive e degradanti, contrarie ai princìpi costituzionali ma accettate per contrastare la mafia in quanto straordinarie, ormai non sono più di “carattere eccezionale”, scrive Woodcock, visto che “i soggetti attualmente sottoposti al 41 bis siano tanti, oltre 600, e che le proroghe sono di fatto automatiche e senza limitazioni temporali. Circostanze, queste, che lo fanno piuttosto assomigliare a un regime ‘ordinario’ per detenuti ‘speciali’ o, peggio, a una sorta di pena supplementare che viene peraltro applicata da un’autorità amministrativa, in relazione a fattispecie evanescenti e astratte come il ricorso di ‘gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica’”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Su questo giornale abbiamo spesso criticato le inchieste e i metodi del pm Henry John Woodcock, che hanno in qualche caso portato all’arresto di persone innocenti sulla base di prove inesistenti (per queste critiche il magistrato ci querelò, ma tutto fu archiviato perché i fatti raccontati erano veri). A maggior ragione, è il caso di elogiare il pm napoletano per la sua presa di posizione contro il 41 bis. In un intervento sul Fatto quotidiano, Woodcock scrive con lucidità ciò che tanti giuristi e garantisti affermano da tempo, sommersi da insulti e accuse di ogni tipo. Queste misure restrittive e degradanti, contrarie ai princìpi costituzionali ma accettate per contrastare la mafia in quanto straordinarie, ormai non sono più di “carattere eccezionale”, scrive Woodcock, visto che “i soggetti attualmente sottoposti al 41 bis siano tanti, oltre 600, e che le proroghe sono di fatto automatiche e senza limitazioni temporali. Circostanze, queste, che lo fanno piuttosto assomigliare a un regime ‘ordinario’ per detenuti ‘speciali’ o, peggio, a una sorta di pena supplementare che viene peraltro applicata da un’autorità amministrativa, in relazione a fattispecie evanescenti e astratte come il ricorso di ‘gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica’”.

Oltre a questo aspetto e al fatto che tutti i ricorsi siano di competenza esclusiva del Tribunale di sorveglianza di Roma “evocando lo spettro del Tribunale speciale”, l’altro punto importante sollevato dal magistrato è l’impossibilità di discuterne laicamente: “Mi lascia molto perplesso il fatto che in Italia chi critica il 41 bis – che, per carità, entro limiti ben determinati e soprattutto se relegato all’ambito di eccezionalità per il quale era stato concepito, è pure utile e necessario in un paese come il nostro nel quale la criminalità organizzata è particolarmente aggressiva – rischia concretamente di essere additato come ‘fiancheggiatore delle mafie’”. L’intervento di Woodcock, oltre che per i contenuti, è importante per il giornale su cui è stato pubblicato: ovvero quello che ha sempre negato le gravi criticità del 41 bis e trattato chiunque provasse a sollevare qualche dubbio come un fiancheggiatore della mafia. Benvenuto a bordo dottor Woodcock.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ