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Europa Ore 7

L'Ue vuole le dosi inglesi di AstraZeneca

La richiesta dell'Europa è semplice: AstraZeneca deve consegnare agli stati membri le dosi prodotte nei due impianti britannici per assicurare le forniture che erano previste dal contratto

David Carretta

“Nel nostro contratto non è specificato  che il Regno Unito abbia la priorità perché ha firmato per primo”, ha detto la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, in una conferenza stampa improvvisata dopo una giornata caotica. "Rigettiamo la logica del primo che arriva è il primo a essere servito. Questo può funzionare dal macellaio di quartiere, non in un contratto”

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La Commissione di Ursula von der Leyen ieri ha intensificato il suo conflitto con AstraZeneca, accusando la casa farmaceutica di violare l'accordo di acquisto anticipato firmato con l'Ue che prevede la fornitura di vaccini prodotti in due stabilimenti del Regno Unito. La richiesta dell'Ue è semplice: AstraZeneca deve consegnare agli stati membri le dosi prodotte nei due impianti britannici per assicurare le forniture che erano previste dal contratto. La mossa, accompagnata dalla minaccia di alcuni paesi di bloccare le esportazioni dei vaccini prodotti nell'Ue, rischia tuttavia di innescare il primo conflitto grandepolitico con il governo di Boris Johnson dopo la Brexit.

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La Commissione di Ursula von der Leyen ieri ha intensificato il suo conflitto con AstraZeneca, accusando la casa farmaceutica di violare l'accordo di acquisto anticipato firmato con l'Ue che prevede la fornitura di vaccini prodotti in due stabilimenti del Regno Unito. La richiesta dell'Ue è semplice: AstraZeneca deve consegnare agli stati membri le dosi prodotte nei due impianti britannici per assicurare le forniture che erano previste dal contratto. La mossa, accompagnata dalla minaccia di alcuni paesi di bloccare le esportazioni dei vaccini prodotti nell'Ue, rischia tuttavia di innescare il primo conflitto grandepolitico con il governo di Boris Johnson dopo la Brexit.

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“Siamo aperti a lavorare con la società in spirito di collaborazione e responsabilità per trovare delle soluzioni”, ma “nel nostro contratto non è specificato  che il Regno Unito abbia la priorità perché ha firmato per primo”, ha detto la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, in una conferenza stampa improvvisata dopo una giornata caotica. "Rigettiamo la logica del primo che arriva è il primo a essere servito. Questo può funzionare dal macellaio di quartiere, non in un contratto”, ha detto Kyriakides.

Un alto funzionario della Commissione ci ha spiegato la versione dell'Ue su AstraZeneca. Il punto di partenza è l'accordo di acquisto anticipato firmato ad agosto del 2020, il primo dei sei conclusi dalla Commissione fornitura per la fornitura dei vaccini. La Commissione ha investito 336 miliardi finanziando la produzione anticipata delle dosi. In caso di mancata autorizzazione del vaccino di AstraZeneca da parte dell'Ema (la decisione è attesa per domani) è l'Ue che si assume il rischio delle perdite finanziarie. Ma AstraZeneca si era impegnata a produrre e creare uno stock sufficiente a rifornire l'Ue secondo gli accordi. Le dosi inizialmente previste per il primo trimestre del 2021 erano “a tripla cifra”, ha detto il funzionario: cioè oltre 100 milioni. “AstraZeneca doveva esser il primo vaccino e il vaccino di massa”.

A dicembre la Commissione ha incontrato AstraZeneca che ha dato una prima brutta notizia: la fornitura del primo trimestre sarebbe stata ridotta a circa 80 milioni di dosi. Su quella base sono stati preparati i piani nazionali di vaccinazione. Venerdì scorso poi è arrivata la comunicazione a sorpresa: il taglio a 31 milioni di dosi per febbraio e marzo. Le consegne annunciate da AstraZeneca venerdì sono un quarto rispetto a quelle previste dal calendario iniziale. Da circa 120 milioni a 31 milioni. “Inaccettabile”, ha spiegato il funzionario. Inoltre, AstraZeneca non ha fornito informazioni sulle consegne dopo marzo.

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La Commissione non accetta  la giustificazione di AstraZeneca che il loro obbligo non era di risultato, ma di “massimo sforzo”. Da una multinazionale con diversi stabilimenti in un momento di emergenza, il massimo sforzo significa risultati. Il Regno Unito entra in gioco per il contratto firmato da AstraZeneca, che prevede quattro stabilimenti di produzione in Europa, più uno in un paese terzo da backup. “Nel contratto due degli stabilimenti menzionati sono nel Regno Unito e devono aiutarci a avere le dosi stabilite nei trimestri definiti”, ha spiegato il funzionario. La Commissione ha smentito AstraZeneca sulle due catene di produzione – quella britannica e quella europea - completamente separate. “Non è quello che prevede il contratto”. Per la Commissione, le dosi prodotte nei due stabilimenti britannici devono finire nell'Ue. L'esecutivo comunitario sospetta che AstraZeneca abbia fatto il gioco sporco, esportando le dosi prodotte nell'Ue verso il Regno Unito. “Le dogane non mentono”, ha detto il funzionario.

Ieri sera c'è stata una nuova riunione tra Commissione, stati membri e un rappresentante di AstraZeneca, ma non erano attese “notizie positive”. Per il momento non sono previste cause legali. “Non siamo interessati a una disputa. Vogliamo i vaccini”, ha detto il funzionario. La Commissione ha chiesto ad AstraZeneca di pubblicare il contratto. Nel frattempo, l'esecutivo comunitario ha chiesto alle autorità del Belgio di ispezionare uno stabilimento della società. Domani la Commissione dovrebbe pubblicare la sua proposta di un meccanismo di trasparenza sulle esportazioni dei vaccini. Ufficialmente deve essere uno strumento per fare trasparenza. “Non c'è divieto di esportazioni”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Dubravka Šuica. Ma il meccanismo potrebbe trasformarsi in uno strumento di ritorsione contro il Regno Unito se non decide di collaborare. L'obbligo di notifica preventiva imposto alle imprese è la premessa per gli stati membri per vietare le esportazioni.

La minaccia che viene da più parti, ma in particolare dalla Germania, è di bloccare le consegne al Regno Unito del vaccino Pfizer-BioNTech, che è prodotto in Belgio ed è stato finanziato dal governo tedesco oltre che dall'Ue. “Se qualcuno pensa che i cittadini europei accettino di dare questo vaccino di alta qualità al Regno Unito e di essere trattati come cittadini di seconda classe da un'impresa basata nel Regno Unito, penso che l'unica conseguenza possa essere di fermare immediatamente le esportazioni di BioNTech e allora ci ritroviamo in una guerra commerciale”, ha detto a Euronews l'europarlamentare tedesco del Ppe, Peter Liese. “La società e il Regno Unito farebbero bene a pensarci due volte”.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 28 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

La Germania verso “zero aerei” per “zero Covid” - Il governo di Angela Merkel dovrebbe annunciare la cancellazione di quasi tutti i voli aerei da e per la Germania per tentare di contenere le varianti più contagiose di coronavirus. Secondo quanto riferito dai media tedeschi, Merkel avrebbe spiegato a una riunione dei parlamentari della Cdu-Csu che i viaggi aerei dovrebbero essere limitati in modo che “semplicemente non può andare più da nessuna parte”. In un'intervista alla Bild, il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, ha detto che la variante inglese B.1.1.7 richiede “misure drammatiche” inclusi “controlli alle frontiere in particolare nelle aree frontaliere delle zone a alto rischio, così come la riduzione dei viaggi aerei in Germania fino a più o meno zero come sta facendo Israele”. Ieri un portavoce del governo di Berlino ha annunciato che prima di azzerare i voli la Germania aspetterà l'esito del negoziato Ue sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone.

L'Ue verso zero aerei e zero viaggi? - Gli ambasciatori dei 27 stati membri ieri hanno avuto un primo dibattito nel Coreper sulla proposta della Commissione di rafforzare la raccomandazione di ottobre che permette restrizioni alla libera circolazione delle persone nell'ambito della pandemia Covid-19. Secondo diverse fonti, la Germania ha chiesto di indurire ulteriormente il testo, che per il momento prevede la creazione di zone rosso scuro, per le quali i viaggiatori sarebbero obbligati a sottoporsi a tampone e quarantena. Anche Belgio, Olanda e Austria hanno chiesto più rigore. Una decisione del Coreper potrebbe arrivare domani. Nel frattempo, senza aspettare l'Ue, il Belgio ha già vietato tutti i viaggi non essenziali da e per il paese, anche se i voli aerei sono stati mantenuti.
 

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L'Ue alla ricerca di yin e yang sulla Cina - Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini si sono immerse nelle relazioni tra l'Ue e la Cina a partire dal forum di Davos che forse è stato un po' troppo ignorato. E' stato un errore, perché nei discorsi dei leader presenti si vedeva chiara la trama delle prossime sfide in corso. L'America non cambierà atteggiamento con la Cina (soltanto i toni), l’Europa insisterà nel trovare la sua autonomia anche rispetto allo scontro America e Cina. Poi c'è la faccenda ideologica: un'eredità del trumpismo è proprio essere anti cinesi. Se Steve Bannon sta ancora manovrando dietro le quinte il sovranismo internazionale come molti dicono, in Europa lo sta strutturando in modalità anticinese. Con qualche contraddizione, per esempio quella dell’ungherese Viktor Orbán, che è il più bravo di tutti secondo Bannon, ma che pare anche molto accondiscendente nei confronti della Cina.

Putin e Netanyahu a Davos - Ieri al forum digitale di Davos è stato il turno di Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu. Luciana Grosso li ha seguiti per il Foglio. Putin ha pronunciato soprattutto la parola tensioni: secondo lui, le grandi divisioni sociali generate dalla pandemia ricordano le condizioni che hanno permesso ai grandi conflitti mondiali di scoppiare. Netanyahu ha presentato il modello Israele: non solo vaccini, ma anche cybersicurezza e gestione delle risorse idriche.

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Sure resta un investimento sicuro - La Commissione ieri ha collocato 14 miliardi di social bond di Sure, lo strumento con cui effettua prestiti agli stati membri per finanziare meccanismi come la cassa integrazione nell'ambito della crisi del Covid-19. L'emissione consisteva in due obbligazioni: 10 miliardi di euro di titoli a scadenza giugno 2028 e 4 miliardi a scadenza novembre 2050. Secondo la Commissione "La domanda tra gli investitori è stata elevata" e questo ha consentito di ottenere "condizioni di prezzo molto buone". Quella di ieri è stata la quarta emissione del programma per finanziare Sure. Finora 15 stati membri hanno ricevuto circa 40 miliardi di prestiti dalla Commissione (Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Croazia, Lituania, Cipro, Slovenia, Malta, Lettonia, Belgio, Romania, Ungheria, Portogallo e Slovacchia).

La Polonia rischia di nuovo la Corte sull'indipendenza dei giudici - La Commissione ha minacciato di portare la Polonia davanti alla Corte di giustizia dell'Ue per la legge sulla camera disciplinare della Corte suprema. Varsavia ha un mese di tempo per rispondere al parere motivato inviato ieri, altrimenti la Commissione porterà il caso davanti alla Corte di Lussemburgo. Secondo la Commissione, la Polonia viola il diritto dell'Ue autorizzando la camera disciplinare della Corte suprema, la cui indipendenza e imparzialità non sono garantite, ad adottare decisioni che hanno un impatto diretto sui giudici e il modo in cui esercitano le loro funzioni. Nel mirino c'è la possibilità di togliere l'immunità ai magistrati, con la possibilità di avviare azioni penali e la sospensione dalla funzione.

Frontex sospende la sua missione in Ungheria - Frontex ha deciso di sospendere le operazioni di frontiera in Ungheria, dopo la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue che impone al governo di Budapest di vietare i respingimenti in Serbia. Lo ha annunciato la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, spiegando che la decisione è "benvenuta". In un discorso davanti al Comitato economico e sociale, Johansson è tornata a difendere il nuovo Patto su migrazione e asilo su cui governi sono divisi. I ministri dell'Interno dei 27 torneranno a discuterne in una riunione informale oggi. Sul Foglio Luca Gambardella spiega perché il nuovo Patto è la mela avvelenata che nessuno vuole: la solidarietà dell'Ue sui migranti è una scatola vuota.

L'indifferenza della Commissione sulla Conferenza sul futuro dell'Europa - La Commissione ha una vicepresidente responsabile per la democrazia, la croata Dubravka Šuica, il cui compito principale è organizzare la Conferenza sul futuro dell'Europa. Ma Šuica fa spallucce di fronte allo stallo tra il Parlamento europeo e i governi sulla presidenza della Conferenza e il lancio dei lavori. “Abbiamo creato una piattaforma multilingua che sarà la base della nostra Conferenza”, ha detto ieri Šuica, ammettendo che il problema della presidenza “non è ancora risolto. Se ci sarà accordo su un presidente unico a noi va bene. Altrimenti se sarà una co-presidenza a noi va bene”.

Il Boeing 737 MAX tornerà nei cieli dell'Ue - L'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha dato il suo via libera al ritorno di una versione modificata del Boeing 737 MAX nei cieli europei. Secondo Easa, grazie a un pacchetto di aggiornamenti software, rilavorazioni elettroniche, controlli sulla manutenzioni e aggiornamenti del manuale operativo e degli addestramenti degli euqioaggi il Boeing 737 MAX può volare sicuro dopo quasi due anni terra a causa di due incidenti in sei mesi che hanno provocato la morte di 346 persone. La causa principale degli incidenti era stata individuata nel software MCAS. "Continueremo a monitorare le operazioni del 737 MAX da vicino nel momento in cui l'aereo riprende servizio", ha detto il direttore esecutivo di Easa, Patrick Ky.

Euronomine - Il collegio dei commissari ieri ha nominato la spagnola Genoveva Ruiz Calavera come direttore generale della Direzione generale Interpretazione.  La Commissione ha anche nominato tre nuovi capi delle sue rappresentanze negli stati membri: María De Los Angeles Benítez Salas a Madrid in Spagna, Zane Petre a Riga in Lettonia e Jerneja Jug Jerše a Lubiana in Slovenia.

Accade oggi in Europa

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- Presidenza portoghese: riunione informale dei ministri della Giustizia

- Parlamento europeo: discorso del presidente Sassoli alla conferenza sul Futuro dell'Europa al Collège de l'Europe di Bruges

- Commissione: discorso della presidente von der Leyen al webminar "Urban Future with a Purpose"

- Commissione: discorso del commissario Gentiloni al webminar "Role of fiscal policy in mitigating the economic effects of COVID-19 pandemic"

- Eurostat: dati sui conti delle famiglie del terzo trimestre 2020; dati sull'efficienza energetica

- Commissione: indicatori del sentimento economico e del clima delle imprese di gennaio

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