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Europa Ore 7

Keep calm sul Recovery fund

I negoziati sul pacchetto di bilancio si stanno prolungando. siamo fuori tempo massimo per far partire il Recovery fund l'1 gennaio. Sarà l'1 febbraio, o l'1 marzo. Ma non c'è troppo da allarmarsi

David Caretta

Ursula von der Leyen, ha annunciato via Twitter che Italia, Spagna e Polonia saranno i primi a ricevere i fondi di Sure, dopo il successo del collocamento di 17 miliardi di titoli questa settimana. “Facciamo tutto quello che possiamo per preservare l'occupazione. Con Sure sosteniamo gli schemi temporanei di sostegno al lavoro fino a 100 miliardi. I primi paesi a ricevere il sostegno saranno Italia, Spagna e Polonia. Sono stati colpiti duramente dalla crisi. Il denaro arriverà rapidamente. Siamo con voi"

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Il Recovery Fund partirà in ritardo. Ieri lo ha confermato l'ennesima fonte europea. Nessuna sorpresa. Lo avete letto su Europa Ore 7 per giorni. I negoziati sul pacchetto di bilancio si stanno prolungando perché non c'è ancora accordo tra il Consiglio (cioè i governi) e il Parlamento europeo sul bilancio 2021-27 e sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. La presidenza tedesca dell'Ue si attende un'intesa in 10-14 giorni sulla condizionalità e sta lavorando a proposte originali sul quadro finanziario pluriennale, come destinare le multe dell'antitrust al bilancio comunitario invece di trasferirle ai governi nazionali. Il timore, però, è che le trattative si prolunghino fino a novembre inoltrato, facendo slittare l'adozione della decisione sulle risorse proprie (essenziale per far partire il Recovery fund) e il processo di ratifica da parte dei parlamenti nazionali (per il quale servono 2-3 mesi).  Ormai siamo fuori tempo massimo per far partire il Recovery fund l'1 gennaio. Sarà l'1 febbraio, o l'1 marzo. Ma non c'è troppo da allarmarsi.

Il timore di alcune capitali – ma soprattutto dal cancan mediatico – è che i soldi dell'Europa arrivino più tardi, troppo tardi per far ripartire l'economia. Ma è una paura che non ha ancora colto la Commissione e ancor meno i ministeri del Tesoro degli stati membri, dove i tecnici conoscono bene i dettagli del Recovery fund. Primo: ci vorrà comunque un bel po' di tempo (circa sei mesi) per ottenere l'anticipo del 10 per cento della quota allocata a ciascuno stato membro. Secondo: potranno essere finanziati anche gli investimenti e le riforme (in linea con gli obiettivi e le raccomandazioni Ue) effettuati nel 2020 e nella prima parte del 2021. Il Recovery fund è retroattivo. Prima o poi i soldi arriveranno. E in ogni caso la Commissione non intende andare sui mercati per collocare i bond del Recovery "prima dell'estate", ci ha spiegato una fonte europea. Prima la Commissione vuole completare il finanziamento dello strumento Sure. E l'estate inizia il 21 di giugno e finisce il 21 di settembre.

Nel frattempo la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato via Twitter che Italia, Spagna e Polonia saranno i primi a ricevere i fondi di Sure, dopo il successo del collocamento di 17 miliardi di titoli questa settimana. “Facciamo tutto quello che possiamo per preservare l'occupazione. Con Sure sosteniamo gli schemi temporanei di sostegno al lavoro fino a 100 miliardi. I primi paesi a ricevere il sostegno saranno Italia, Spagna e Polonia. Sono stati colpiti duramente dalla crisi. Il denaro arriverà rapidamente. Siamo con voi", ha scritto von der Leyen. Il prestito di Sure servirà a finanziare la cassa integrazione e altri bonus e indennità legati alla crisi economica del Covid-19.

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Il Recovery Fund partirà in ritardo. Ieri lo ha confermato l'ennesima fonte europea. Nessuna sorpresa. Lo avete letto su Europa Ore 7 per giorni. I negoziati sul pacchetto di bilancio si stanno prolungando perché non c'è ancora accordo tra il Consiglio (cioè i governi) e il Parlamento europeo sul bilancio 2021-27 e sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. La presidenza tedesca dell'Ue si attende un'intesa in 10-14 giorni sulla condizionalità e sta lavorando a proposte originali sul quadro finanziario pluriennale, come destinare le multe dell'antitrust al bilancio comunitario invece di trasferirle ai governi nazionali. Il timore, però, è che le trattative si prolunghino fino a novembre inoltrato, facendo slittare l'adozione della decisione sulle risorse proprie (essenziale per far partire il Recovery fund) e il processo di ratifica da parte dei parlamenti nazionali (per il quale servono 2-3 mesi).  Ormai siamo fuori tempo massimo per far partire il Recovery fund l'1 gennaio. Sarà l'1 febbraio, o l'1 marzo. Ma non c'è troppo da allarmarsi.

Il timore di alcune capitali – ma soprattutto dal cancan mediatico – è che i soldi dell'Europa arrivino più tardi, troppo tardi per far ripartire l'economia. Ma è una paura che non ha ancora colto la Commissione e ancor meno i ministeri del Tesoro degli stati membri, dove i tecnici conoscono bene i dettagli del Recovery fund. Primo: ci vorrà comunque un bel po' di tempo (circa sei mesi) per ottenere l'anticipo del 10 per cento della quota allocata a ciascuno stato membro. Secondo: potranno essere finanziati anche gli investimenti e le riforme (in linea con gli obiettivi e le raccomandazioni Ue) effettuati nel 2020 e nella prima parte del 2021. Il Recovery fund è retroattivo. Prima o poi i soldi arriveranno. E in ogni caso la Commissione non intende andare sui mercati per collocare i bond del Recovery "prima dell'estate", ci ha spiegato una fonte europea. Prima la Commissione vuole completare il finanziamento dello strumento Sure. E l'estate inizia il 21 di giugno e finisce il 21 di settembre.

Nel frattempo la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato via Twitter che Italia, Spagna e Polonia saranno i primi a ricevere i fondi di Sure, dopo il successo del collocamento di 17 miliardi di titoli questa settimana. “Facciamo tutto quello che possiamo per preservare l'occupazione. Con Sure sosteniamo gli schemi temporanei di sostegno al lavoro fino a 100 miliardi. I primi paesi a ricevere il sostegno saranno Italia, Spagna e Polonia. Sono stati colpiti duramente dalla crisi. Il denaro arriverà rapidamente. Siamo con voi", ha scritto von der Leyen. Il prestito di Sure servirà a finanziare la cassa integrazione e altri bonus e indennità legati alla crisi economica del Covid-19.

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Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 23 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Il premio Sakharov all'opposizione bielorussa - La scelta era attesa e scontata, perché c'era già il consenso di popolari, socialisti, liberali e conservatori. Ma è comunque importante: ieri David Sassoli ha annunciato che il Parlamento europeo ha attribuito il suo premio Sakharov per la libertà di pensiero all'opposizione democratica in Bielorussia. Come spiega Micol Flammini è un riconoscimento dell'Ue per dire ai manifestanti: siamo al vostro fianco. E a Lukashenka: non ci siamo distratti, stiamo ancora guardando.

Cyber-sanzioni contro la Russia - L'Unione europea ha adottato una nuova serie di sanzioni contro la Russia, questa volta per un cyber-attacco contro il Bundestag tedesco nel 2015. L'attacco aveva colpito il sistema informatico del Parlamento con conseguenze sulla sua capacità di operare. Una quantità significativa di dati era stata sottratta a gli account email di diversi parlamentari (tra cui la cancelliera Angela Merkel) erano stati compromessi. Nella lista nera dell'Ue sono finiti due ufficiali e una unità del GRU, l'agenzia di intelligence militare della Federazione russa, conosciuta con diversi nomi (“military unit 26165”, “APT28”, “Fancy Bear”, “Sofacy Group”, “Pawn Storm” e “Strontium”).

Borrell e Pompeo lanciano il dialogo Ue-Usa sulla Cina - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, e il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, oggi si sentiranno per telefono. Malgrado le difficoltà nei rapporti con l'amministrazione Trump, al centro del colloquio ci sarà anche una maggiore cooperazione tra le due sponde dell'Atlantico. In particolare, sarà annunciato un dialogo diretto tra il Servizio europeo di azione esterna e il Dipartimento di Stato sulla Cina.

Niente accordo tra ministri sul taglio delle emissioni - I ministri dell'Ambiente dell'Ue si riuniscono oggi a Lussemburgo per cercare di trovare un compromesso sugli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030. Ma non c'è ancora accordo sulla proposta della Commissione di portarli a un taglio di almeno il 55 per cento entro il 2030, come tappa intermedia verso la neutralità climatica nel 2050. Polonia e Repubblica ceca guidano il gruppo di paesi (dell'Est) ostili a target troppo ambiziosi.

Il governo francese sfida il Covid in Belgio per vedere Ursula - Il primo ministro francese, Jean Castex, oggi sarà a Bruxelles per incontrare von der Leyen insieme ad altri due pesi massimi del suo governo, Bruno Le Maire e Clément Beaune. La situazione epidemiologica in Belgio è sempre più grave e oggi il governo dovrebbe annunciare nuove restrizioni. Ma in Francia non va molto meglio: ieri sono stati registrati più di 40 mila casi. In serata sarà von der Leyen a sfidare il Covid andando in Olanda, altro paese in piena seconda ondata, per una cena di lavoro con il premier Mark Rutte. Intanto il segretario generale del Consiglio Ue, Jeppe Tranholm-Mikkelsen, è stato testato positivo. Non ha sintomi e resterà in isolamento.

Proposta per uniformare test e quarantena - La Commissione sta lavorando a una proposta di raccomandazione per gli Stati membri per uniformare i test e le quarantene. “E' una questione di interesse molto alto. Saranno sviluppate le linee guida e le raccomandazioni necessarie”, ha detto ieri un portavoce della Commissione. Le proposte vengono preparate con altre agenzie e in particolare il Centro europeo per il controllo e le prevenzioni delle malattie. La Commissione potrebbe presentarle prima della riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo del 29 ottobre convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per discutere della seconda ondata Covid-19. Ma il ritardo con cui viene affrontata la questione di criteri uniformi per i 27 su test e quarantene dimostra che nemmeno l'Ue si è preparata al meglio alla seconda ondata.

Verso un nuovo lockdown delle frontiere Ue? - Nel momento in cui alcuni governi nazionali stanno re-introducendo lockdwon generali o limitati, senza riuscire a bloccare l'aumento dei contagi, a Bruxelles inizia a diffondersi il timore di una nuova chiusura delle frontiere. La Commissione continua a sostenere la necessità di tenere aperta l'area Schengen per garantire la libera circolazione delle persone. Ma in caso di lockdown delle frontiere – a quanto ci è spiegato - Ursula von der Leyen intende dare priorità a due obiettivi: garantire la libera circolazione delle merci e quella dei lavoratori transfrontalieri. “Nel contesto di restrizioni lavoreremo affinché possano circolare persone e beni essenziali”, ci ha spiegato la nostra fonte.

Lo stacanovismo a distanza del Parlamento nell'era Covid-19 - Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo che si è chiusa ieri c'è stato un record di interventi e votazioni a distanza. I deputati, molti dei quali sono rimasti nei loro paesi a causa della situazione epidemiologica a Bruxelles e nel resto d'Europa, hanno votato su più di 1.500 tra testi di risoluzioni e emendamenti. Colpa della riforma della Politica agricola comune. Ma merito del sistema messo in piedi da David Sassoli e dall'amministrazione del Parlamento nel corso degli ultimi mesi per far fronte alla seconda ondata di Covid-19.

Il Parlamento aperto voluto da Sassoli - “Durante la pandemia, abbiamo lavorato per garantire che il Parlamento europeo rimanesse aperto e che potesse continuare a svolgere le sue funzioni fondamentali”, ha spiegato Sassoli durante una conferenza stampa mercoledì. La seconda ondata “incide profondamente sul nostro lavoro in Parlamento che continua a funzionare, adattando metodi di lavoro per garantire la continuità democratica e fare in modo che le voci dei deputati possano essere ascoltate”. E' stato “anche adattato il modo in cui i deputati possono partecipare ai dibattiti, permettendo collegamenti dagli uffici di rappresentanza del Parlamento in ogni Stato membro, dando così la possibilità ai membri del Parlamento di prendere la parola anche senza dover essere fisicamente presenti in Aula”, ha detto Sassoli.

Tutti i numeri del Parlamento in remoto - Questa può essere considerata la prima vera sessione plenaria da remoto del Parlamento europeo, con un ritorno a una quasi normalità. Lunedì e martedì ci sono stati 207 interventi in plenaria, di cui 47 dagli uffici di rappresentanza nazionali. Complessivamente questa settimana ci sono stati 18 dibattiti, 13 turni di votazione e più di 1.500 testi voti. A marzo scorso, all'inizio della pandemia, c'erano stati un solo dibattito, 3 votazioni e 11 testi votati. A aprile un dibattito, 6 votazioni e 128 testi votati. A maggio, 5 dibattiti, 7 votazioni e 258 testi votati. A giugno 15 dibattiti, 8 votazioni e 609 testi votati. A luglio 11 dibattiti, 7 votazioni, 342 testi votati. A settembre 17 dibattiti, 7 votazioni e 522 testi votati.

Il modello Ue per gli altri parlamenti nazionali - “Il Parlamento europeo aveva in partenza difficoltà superiori a quello di un qualsiasi Parlamento nazionale per passare al voto a distanza”, in particolare per il fattore linguistico, ci ha detto Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato del Pd. “Ciò nonostante dopo la prima fase iniziata a primavera in cui si è garantito il voto a distanza, ha funzionato perfettamente la seconda, quella più difficile, di questi giorni, ossia garantire una piena partecipazione con gli interventi a distanza”. Secondo Ceccanti, “a questo punto cade qualsiasi obiezione tecnica per i residui parlamenti nazionali che si rifiutano di procedere e che, così facendo, si consegnano al ruolo di museo delle cere delle istituzioni parlamentari, probabilmente destinati a restare solo museo almeno in questa fase perché a rischio evidente di paralisi”.

La malignità dello pseudo-tribunale in Polonia sull'aborto - Il Tribunale costituzionale polacco ha dato il via libera ieri a nuove restrizioni per l'aborto, cancellando la possibilità di interruzione volontaria di gravidanza in caso di malformazione grave del feto. "La decisione di questo pseudo-tribunale nel mezzo della tempesta pandemica è più che cinica: è malignità politica", ha reagito l'ex premier polacco, ex presidente del Consiglio europeo e attuale presidente del Ppe, Donald Tusk.

Il giorno del giudizio sul veggie hamburger - La scelta è già stata fatta ieri con il voto sulla riforma della Pac. Ma, causa operazioni in remoto, i risultati si sapranno solo oggi: il Parlamento europeo annuncerà se è favorevole o meno a chiamare “hamburger” le polpette prodotte a base di vegetali oppure se riservare la dizione alle polpette di sola carne. Sul tema da leggere Micol Flammini: Ceci n'est pas un hamburger.

Il Limone dell'Etna è Igp - La Commissione ieri ha approvato la richiesta di iscrivere il “Limone dell'Etna nel registro delle indicazioni geografiche protette. Le ragioni? Questi limoni coltivati ai piedi dell'Etna “maturano in un ambiente climatico molto specifico, costituito da suolo di origine vulcanico (…) associato a un clima temperato dal mare. I produttori locali utilizzano una tecica di cultura particolare, trasmessa da generazione a generazione da due secoli, che permette una produzione estiva e caratterizza ancora oggi la zona del litorale di Acireale”.

Accade oggi in Europa

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– Consiglio ambiente a Lussemburgo
– Consiglio: riunione in teleconferenza dei ministri della competitività
– Eurostat: dati sul turismo 2020 secondo il paese di origine

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