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Armi anche a Taipei

Blinken si prepara alla missione a Pechino con gli aiuti a Taiwan e agli alleati nell’Indo-Pacifico

Giulia Pompili

Il riconoscimento bipartisan di una regione cruciale per l'ordine globale e la minaccia multiforme cinese anche in Europa, tra armi e spie 

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Seul, dalla nostra inviata. Dei tre pacchetti di aiuti approvati sabato scorso dalla Camera dei rappresentanti del Congresso americano, oltre a quelli per Ucraina e Israele, il budget meno sostanzioso è andato all’Indo-Pacifico. E’ stata quella però la legge votata da una maggioranza più ampia, con 385 deputati a favore e 34 contrari (quello sull’Ucraina ne ha visti 311 a favore e 112 contrari), segnale, secondo gli analisti, di un riconoscimento bipartisan dell’Indo-Pacifico come una regione cruciale per l’ordine globale, soprattutto per il contenimento della Cina. E’ in questo clima che ieri Pechino ha confermato la missione del segretario di stato americano Antony Blinken, che arriverà domani in Cina per incontrare il suo omologo Wang Yi.  

 

Washington vuole mettere a disposizione oltre 8 miliardi di dollari per Taiwan, i suoi equipaggiamenti militari e l’addestramento dei suoi soldati, e una parte per i paesi della regione che ne faranno richiesta e che contribuiranno alla stabilità dell’area. Nel pacchetto di leggi approvato sabato c’è anche quella molto discussa su TikTok, che se dovesse passare anche al Senato imporrà al colosso cinese ByteDance di vendere il social network, considerato una minaccia alla sicurezza nazionale per i suoi legami con Pechino. Secondo i media americani, la legge dovrebbe arrivare al Senato già oggi, dopo più di due mesi di stallo. Il governo taiwanese ha espresso apprezzamento per il pacchetto di finanziamenti, che serve a “rafforzare la cooperazione alla sicurezza tra America e Taiwan e il mantenimento della pace e della stabilità nell’Indo-Pacifico”, che avviene “in un momento critico, in cui l’espansione autoritaria minaccia la comunità democratica”.  Ieri da Pechino il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha detto che il comunicato finale dei ministri degli Esteri del G7 – che menziona la militarizzazione cinese nel Mar cinese meridionale e la destabilizzazione nello Stretto di Taiwan, oltre al problema dei diritti umani nello Xinjiang – è “una manipolazione”. Ieri sono iniziate le esercitazioni militari congiunte fra America e Filippine nel Mar cinese meridionale, alle quali per la prima volta partecipano anche Francia e Australia.

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I colloqui fra Washington e Pechino però vanno avanti, e secondo il Financial Times Blinken porterà a Wang un avvertimento (l’ennesimo) preciso: se non smetterà di inviare tecnologia legata agli armamenti in Russia, l’America è pronta a sanzionare aziende e istituzioni finanziarie cinesi. Il sostegno cinese alla guerra di Putin è una minaccia per l’Europa, ha detto il vicesegretario di stato Kurt Campbell al quotidiano inglese. In Asia la Cina è sempre più aggressiva nel Mar cinese meridionale e protegge politicamente e finanziariamente il regime di Kim Jong Un in Corea del nord – che ieri pomeriggio ha sparato diversi missili balistici verso il Mar del Giappone. Ma l’operazione destabilizzatrice di Pechino arriva in Europa anche più concretamente del sostegno secondario alla guerra di Putin contro l’Ucraina: ieri la Germania ha arrestato tre cittadini tedeschi sospettati di aver lavorato per il ministero della Sicurezza di Pechino e di aver fornito segreti tecnologico-militari alla Cina. Nelle stesse ore, il Crown Prosecution Service inglese ha annunciato di aver formalizzato le imputazioni contro l’ex assistente parlamentare Chris Cash e un suo collaboratore, Christopher Berry,  accusati di aver fornito informazioni sensibili alla Cina. 
 
 

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