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Il rossobrunismo dopo la Cina ora promuove i Brics

Giulia Pompili

È un profluvio di convegni e conferenze sulla Via della seta e i Brics in tutta Europa, e soprattutto in Italia

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L’intelligence internazionale ha notato uno spostamento della propaganda cinese, che non promuove più solo la Cina come potenza alternativa all’America, ma soprattutto in relazione ai Brics e al cosiddetto Sud globale, sempre in chiave anti-occidente. E così è un profluvio di convegni e conferenze sulla Via della seta e i Brics in tutta Europa, e soprattutto in Italia. Il 30 novembre scorso si è parlato di “Brics e il nuovo ordine mondiale” alla Sapienza, con l’entusiasta pro Pechino nonché rettore della facoltà di Giurisprudenza Oliviero Diliberto, poi Paolo Savona, Lamberto Dini e  Giancarlo Elia Valori. Poi, 15 giorni dopo, di “Brics e multilateralismo” si è parlato in un convegno organizzato dal Sioi, l’ente che forma i diplomatici italiani di domani, e l’Eurispes, il cui segretario generale Marco Ricceri firmò il documento/appello di Beppe Grillo contro “le fake news” occidentali sullo Xinjiang. Oggi è la volta della neonata creatura di Gianni Alemanno, Movimento Indipendenza, che ha convocato domani la conferenza “Italia, Via della seta, e Brics. La ripresa dell’economia italiana nel nuovo mondo multipolare”. Ad aprire i lavori uno dei suoi primi militanti, l’ex sottosegretario leghista Michele Geraci, e sono menzionati gli interventi del brasiliano Marcos Prado Troyjo, ex presidente della Nuova Banca di Sviluppo, del consigliere politico dell’ambasciata cinese a Roma e di Stefano Patuanelli del M5s. E poi nientemeno che dell’economista americano Jeffrey Sachs e dell’ambasciatore americano in Italia Jack Markell – che al Foglio ha smentito la sua partecipazione. 

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