Emmanuel Macron e Yair Lapid - Ansa 

La Coalizone antiterrore

Abbiamo combattuto insieme contro l'Isis, facciamolo contro Hamas, dice Macron a Netanyahu 

Mauro Zanon

In linea con l’America, il presidente francese in visita in Israele lancia una nuova lotta comune contro il terrorismo

Parigi. Il primo incontro del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in Israele, a più di due settimane dall’attacco di Hamas, è stato con le famiglie delle vittime e dei dispersi, tra cui quella di Mia Schem, ventunenne franco-israeliana presa in ostaggio dall’organizzazione terroristica islamista al rave nel kibbutz di Reim e apparsa il 16 ottobre in un video diffuso dagli stessi terroristi. Le ha incontrate in una sala dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove è atterrato poco prima delle 7 a bordo dell’Airbus presidenziale. È a loro, anzitutto, che l’inquilino dell’Eliseo ha voluto manifestare il messaggio di solidarietà della Francia, prima dei bilaterali con le istituzioni, sottolineando che il primo obiettivo della diplomazia francese è “la liberazione degli ostaggi”. Priorità che ha ribadito al presidente israeliano, Isaac Herzog, a Gerusalemme. “Bisogna organizzare delle operazioni mirate dinanzi ai terroristi”, ha detto Macron, sottolineando: “Non siete soli in questa guerra contro il terrorismo. Ciò che è accaduto il 7 ottobre non sarà mai dimenticato. Queste persone sono state uccise perché erano ebree”.  

Il colloquio più atteso di Macron era quello con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Si sono incontrati in tarda mattinata e hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. “Sono venuto qui per esprimere al popolo israeliano le condoglianze della Francia”, un “paese amico” che ha subìto sul suo suolo i danni dello stesso terrorismo che si è abbattuto il 7 ottobre su Israele, ha dichiarato il capo dello stato francese: “L’11 gennaio 2015, eravate accanto a noi quando marciavamo a Parigi e piangevamo i nostri morti. Oggi voglio portarvi la commozione e la solidarietà della Francia”. Macron ha affermato che lo stato ebraico ha il diritto di “difendersi di fronte a quelli che operano per la sua distruzione”, “è una causa giusta, punto”, perché “Hamas è un’organizzazione terroristica il cui obiettivo è la distruzione di Israele”. Il messaggio pronunciato da Gerusalemme è indirizzato anche a quelli che a Parigi continuano a rifiutarsi di qualificare Hamas come un gruppo terroristico, a partire dalla France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale. “La vostra priorità, quella di tutte le democrazie e della Francia, è di sconfiggere questi gruppi terroristici”, ha ribadito Macron, lanciando una proposta: “La Francia è pronta a fare in modo che la coalizione internazionale contro Daesh possa lottare anche contro Hamas. Propongo ai nostri partner internazionali di poter costruire una coalizione regionale e internazionale per lottare contro i gruppi terroristici che minacciano tutti”. 


La Francia è il paese europeo che ha subìto il maggior numero di attentati islamisti sul suo territorio – l’ultimo lo scorso 13 ottobre ad Arras, con un professore sgozzato al grido di “Allah Akbar” da un radicalizzato ceceno – dove il rischio di importazione del conflitto israelo-palestinese è più alto rispetti ai suoi vicini e dove la comunità ebraica vive negli ultimi tempi in uno stato di insicurezza permanente. Per tutte queste ragioni che accomunano la Francia e Israele, Macron vuole farsi portavoce di una coalizione contro il terrorismo di matrice islamista in tutte le sue forme. Tuttavia, “la lotta (contro Hamas, ndr) deve essere senza pietà ma non senza regole perché siamo delle democrazie che lottano contro dei terroristi”, ha tenuto a sottolineare il presidente francese che teme più di ogni altra cosa l’allargamento del conflitto e la destabilizzazione del medio oriente con conseguenze nefaste anche per l’Europa. “Io qui avverto Hezbollah, il regime iraniano, gli Houthi nello Yemen e tutte le fazioni della regione che minacciano Israele di non correre il rischio sconsiderato di aprire nuovi fronti. Ciò aprirebbe la porta a una conflagrazione regionale dalla quale tutti uscirebbero sconfitti”, secondo Macron. La risposta di Israele contro i terroristi non deve infine essere dissociata da un “rilancio decisivo del processo politico con i palestinesi”, ha detto Macron: “La causa palestinese deve essere ascoltata con ragione”, ha sottolineato, invitando lo stato ebraico ad accettare “il diritto legittimo dei palestinesi di disporre di un territorio e di uno stato in pace e in sicurezza accanto a Israele”. 

Il giro di incontri è continuato con il leader di Unità nazionale, Benny Gantz, e il capo dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, prima di recarsi a Ramallah, in Cisgiordania, per un colloquio con il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. “Sarebbe stato un brutto segno che Macron vedesse solo Netanyahu”, ha spiegato al Parisien Xavier Guignard, membro del centro di ricerca Noria. “Lo incontra per rafforzare la posizione francese e ricordare che c’è soltanto una soluzione ed è politica, quella della coabitazione di due stati. Non vuole allontanarsi dalla sua linea abituale”.

Mercoledì, sono previsti altri faccia a faccia con alcuni dirigenti del vicino oriente per continuare la mediazione.

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