(foto ansa)

mobilità urbana

Parigi dice addio ai monopattini, e la sindaca Hidalgo dà un'alternativa mediocre

Mauro Zanon

Il servizio di bici gestito dal coune, Vélib, che avrebbe dovuto compensare al divieto, è scadente e meno sicuro. Le scelte incomprensibili dell'amministrazione

Da capitale europea della micromobilità dolce a prima metropoli d’Europa a vietare i monopattini elettrici. Ieri, a Parigi, è finita un’èra, quelle delle trottinettes di Lime, Dott e Tier, le tre compagnie che offrivano nella capitale francese un servizio di monopattini elettrici in sharing: servizio che ha sempre riscosso un grande successo (solo nel 2022, Parigi ha registrato 2 milioni di clienti fedeli alla “trotti”, per un totale di 15,5 milioni di corse tra i suoi venti arrondissement), proponeva prezzi vantaggiosi e era ormai entrato nel quotidiano dei parigini, ma che è stato vittima di una campagna di demonizzazione molto politica. 

Dopo aver fatto da apriprista nel 2018 ai monopattini elettrici in free floating, la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, ha iniziato, per motivi di rilancio della sua immagine, a moltiplicare le critiche contro il servizio, causa, a sua detta, dell’“anarchia urbana”. E ha organizzato lo scorso aprile un referendum, chiedendo ai suoi concittadini se dal primo settembre desiderassero o meno il mantenimento dei monopattini a flusso libero. Tra coloro che hanno partecipato alla consultazione, l’89,03 per cento ha votato a favore del divieto dei monopattini: percentuale salutata da Hidalgo come “bella vittoria della democrazia locale”. Peccato che la realtà dei numeri, ben mascherata dalla giunta socialista, dicesse ben altro. Perché a votare, lo scorso 2 aprile, è stato soltanto il 7,46 per cento delle persone iscritte nelle liste elettorali: percentuale non certo rappresentativa della comunità parigina (senza contare che il comune, furbescamente, non ha autorizzato il voto elettronico). Lime, Dott e Tier, dinanzi alla demonizzazione delle trotti come principale fonte di incidenti per le strade di Parigi, misero in luce i risultati di uno studio effettuato della società di consulenza 6t proprio per conto di Hidalgo, secondo cui la percentuale di utilizzatori di monopattini in free floating ad aver subìto un incidente era del 26 per cento, cifra che quasi raddoppiava (51 per cento) per i ciclisti adepti del Vélib, il servizio di bici gestito dal comune. 

Insomma, le tre aziende provarono a far capire che gli incidenti possono capitare con qualsiasi mezzo e che le possibilità non aumentano se si è a bordo di un monopattino. Ma non bastò. “Non capisco nemmeno l’origine del dibattito. Spesso le persone in bicicletta sono peggio di noi”, ha detto all’Obs Lyna, un habituée dei monopattini, manifestando il suo dispiacere per la scomparsa di un servizio comodo e a basso costo che le aveva cambiato la vita. Il comune è convinto che gli ex fruitori delle trottinettes, per le brevi distanze, ripiegheranno ora sul Vélib. Ma come fatto notare da Lyna, a differenza dei monopattini elettrici, le biciclette del comune sono spesso fuori uso e introvabili nelle rastrelliere, e sono molto meno pratiche e flessibili. “Il Vélib è un servizio scadente. Sono sempre rotte e indisponibili”, denuncia Lyna, e a causa delle poche rastrelliere “spesso si è obbligati a parcheggiare lontano dal posto in cui si ha appuntamento”. “Anne Hidalgo cancella un mezzo di trasporto, ma in sostituzione propone un servizio mediocre”, ha aggiunto. Il divieto firmato dalla sindaca non riguarda, tuttavia, i monopattini elettrici privati e nemmeno i servizi di locazione di bici elettriche. Ma ciò non cancella l’incomprensione per la soppressione di un servizio che, come tutti i servizi, era certamente perfettibile, ma era popolare e permetteva ai parigini, come sottolineato dal ministro delle Infrastrutture Clément Beaune, di evitare “un mezzo di trasporto inquinante come le macchine e gli scooter”. Che fine faranno ora i 15 mila monopattini elettrici che da agosto, progressivamente, sono stati rimossi da Parigi? Quelli targati Dott voleranno a Tel Aviv, il “paradiso delle trottinettes”, come è stato definito dal Time of Israel, quelli di Lime a Lille, Londra e Berlino, mentre i monopattini Tier faranno ritorno in Germania e in Polonia. 

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