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L'intesa

Il compromesso Biden-McCarthy sul budget che fa arrabbiare i trumpiani 

Giulio Silvano

L'accordo tra il presidente degli Stati Uniti e lo speaker della camera sulla legge di Bilancio ha evitato un pericoloso default che avrebbe avuto catastrofiche conseguenze sull’economia nazionale e globale. L’AltRight attacca ma è un successo di mediazione per entrambe le parti

Quando l’AltRight ti attacca vuol dire che stai andando nella direzione giusta. Kevin McCarthy è riuscito a diventare Speaker della camera a gennaio facendo diverse promesse e distribuendo posti chiave nelle commissioni ai membri del Freedom caucus. Ora se li è inimicati. Invece di cedere alle loro pressioni, questa volta è riuscito con fermezza a confezionare una legge sul Bilancio mettendosi d’accordo con il presidente Joe Biden. Insieme hanno evitato un pericoloso default che avrebbe avuto catastrofiche conseguenze sull’economia nazionale e globale. I democratici volevano aumentare la spesa, i repubblicani volevano tagliarla e si è arrivati a un accordo che sembra, in un paese spaccato, un grande raggiungimento della politica, quella in cui i compromessi dovrebbero essere all’ordine del giorno. 
 

E’ diventato quasi sorprendente che i due partiti riescano a costruire qualcosa insieme, perdendo su alcuni fronti e vincendo su altri. E così i membri del Freedom caucus, che volevano usare l’accordo sul debito come arma politica, hanno detto che McCarthy è un traditore, che è un Rino (Republican in Name Only), un appellativo dato a quei repubblicani che non cedono al post-trumpismo più estremo, e hanno già minacciato di volerlo sostituire con il deputato Byron Donalds, trumpiano, con un passato nel Tea Party. “McCarthy si è dimostrato insolitamente propenso a sopportare dolore politico e addirittura umiliazioni” pur di portare a casa il risultato, ha scritto il New York Times. 

Dopo i dovuti giochi di convincimento nel corso del fine settimana l’accordo è passato, 314 voti contro 117, e i negoziatori di entrambe le parti hanno festeggiato, con la promessa di un tetto del debito sospeso fino al 2025. Sono stati soprattutto i centristi di entrambi i partiti ad aiutare. Sul fronte dem 46 deputati dell’ala sinistra hanno votato contro, tra cui Alexandria Ocasio-Cortez e altri membri della sua Squad, che come l’ala destra non volevano cedere. Alla fine Biden ha ottenuto che il Medicare, il programma di assicurazione sanitaria per gli anziani, e gran parte del suo Inflation reduction Act sul clima non venissero toccati, sono stati tolti giusto un po’ di miliardi dal potenziamento dell’agenzia delle entrate voluta dai dem. I repubblicani invece sono riusciti a evitare che venissero aggiunte nuove tasse, che venissero modificati i requisiti per ottenere i buoni alimentari, e che venissero accelerati i processi burocratici (da cinque a due anni) per far partire alcuni importanti progetti infrastrutturali, come il gasdotto della Mountain Valley. Quest’ultima concessione serve anche per avere il voto del senatore dem Joe Munchin, che non sempre segue la linea di partito. Inoltre, non sono stati toccati i tagli fiscali creati da Trump per i megaricchi, che invece a sinistra volevano smantellare. L’accordo ridurrà di 1 trilione e mezzo il deficit nel giro di un decennio. Secondo il Wall Street Journal questo modifica molto poco la traiettoria del debito nazionale, anche perché i partiti stanno usando sempre di più le politiche finanziarie come strumenti tattici, e sono sempre meno interessate a deficit e debito. Gli Usa non sono l’unica nazione dove è aumentata la polarizzazione partitica, “ma è l’unica dove la divisione di ruoli tra ramo esecutivo e legislativo, il ciclo annuale sul budget e il dibattito sul tetto sul debito offrono così tante opportunità per una politica polarizzata che mette a rischio quelle che dovrebbero essere questioni di routine nella spesa del governo”, scrive il Wall Street Journal.

“L’accordo sul budget è un compromesso bipartisan”, ha detto Biden. “Nessuna delle due parti ha ottenuto tutto quello che voleva. Sono sempre stato chiaro sul fatto che l’unico modo per andare avanti è ottenere un compromesso bipartisan che possa ottenere il supporto di entrambi i partiti. Questo accordo va in quella direzione”. Il limite massimo per firmare la proposta di legge è il 5 giugno, tra pochi giorni. Il Senato deve sbrigarsi per poi farla arrivare sulla scrivania del presidente. Data la maggioranza democratica dei senatori non dovrebbero esserci intoppi. Il leader di maggioranza, Charles Schumer, e quello di minoranza, Mitch McConnell, hanno già appoggiato l’accordo. Alla fine se McCarthy ha mostrato di non essere ostaggio dell’AltRight, Biden è riuscito a rafforzare la sua immagine di Potus in grado di “unire e non dividere” (uno dei suoi slogan), mostrando un’apertura al centrismo molto utile in vista del 2024.

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