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Editoriali

In Germania i Grünen sono in crisi

Redazione

A Brema il peggior risultato dal 1999, bene l’Spd. C’è chi attribuisce la responsabilità della sconfitta al governo nazionale, e in particolare al disegno di legge del vicecancelliere verde Robert Habeck

Un tonfo all’indietro di cinque punti e mezzo: le elezioni di domenica per il rinnovo del Parlamento cittadino di Brema si sono concluse con uno schiaffone per i Verdi locali. Ieri l’assessore uscente all’Ambiente Maike Schäfer si è assunta le responsabilità dell’11,9 per cento, il peggior risultato dei Grünen nella Libera città anseatica dal 1999. La parola passa adesso al borgomastro Andreas Bovenschulte, la cui Spd ha invece guadagnato 4,9 punti e cinque deputati, gli stessi persi dai Verdi. A testa alta esce anche la Linke, che conferma la propria delegazione di dieci deputati. Bovenschulte potrà quindi replicare la coalizione rosso-verde-rossa o buttarsi al centro abbracciando la Cdu. Giunta o non giunta, Schäfer o non Schäfer, lo sconquasso in casa dei Grünen resta.

 

C’è chi attribuisce la responsabilità della sconfitta al governo nazionale, e in particolare al disegno di legge del vicecancelliere verde Robert Habeck. Il ddl prevede che dal 2024 tutti i nuovi impianti di riscaldamento utilizzino almeno il 65 per cento di energie rinnovabili: un modo, insomma, per obbligare i tedeschi a dotarsi di costose e poco facilmente reperibili pompe di calore. Non è vero: il governo federale non c’entra niente, contestano altri, segnalando che la disaffezione per i Verdi a Brema è conseguenza, invece, dell’ostinata battaglia di Frau Schäfer contro il traffico delle auto private in città. Il segnale è chiaro: i tedeschi non si oppongono all’uscita dal carbone né alle grandi battaglie per il clima ma cambiano canale quando la politica procede a strappi, intervenendo con troppa assertività nelle loro vite private. E, assente AfD dalla competizione per problemi interni, il movimento locale cittadino BiW (Bürger in Wut – Cittadini in collera) ha fatto un balzo in avanti di 7,2 punti. A ottobre si vota nelle più grandi Baviera e Assia, e se i Grünen intendono continuare la marcia per diventare il nuovo Volkspartei dei tedeschi dovranno dimostrarsi più pazienti ed empatici: il diktat verde non rende.

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