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dall'archivio

L'assalto al Congresso americano, due anni fa. La cronaca di quel giorno

Redazione

Non furono solo corna, bandiere e folklore: il 6 gennaio 2021 fu una delle giornate spartiacque nella storia politica recente dell'America: da Trump ai volti degli assalitori, cosa successe prima e dopo l'insurrezione

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Due anni fa, il 6 gennaio 2021, un gruppo di sostenitori di Donald Trump (che non aveva ancora riconosciuto la vittoria di Joe Biden) prese d'assalto il Congresso americano, causando cinque morti (un agente di sicurezza e quattro manifestanti), diversi feriti e provocando in totale più di cinquanta arresti. Il Foglio nei giorni e nelle settimane seguenti ha ricostruito quanto accaduto, la cronaca di un momento drammatico per la democrazia americana, le cui conseguenze politiche (e giudiziarie) arrivano fino a oggi.

   

Ecco una selezione di articoli, scelti dal nostro archivio.

   

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I fatti

Il 6 gennaio 2020 verso le 13:00, ora locale, centinaia di sostenitori del presidente uscente Donald Trump che partecipavano alla "Save American March" hanno lasciato l'evento per avanzare verso l'edificio del Campidoglio. Verso le 14 la folla è diventata violenta e un quarto d'ora dopo i manifestanti hanno sfondato il cordone della polizia e sono entrati in aula durante la sessione del Congresso, chiamato a riconoscere la vittoria di Joe Biden.

  

 

Perché la Guardia nazionale è stata così lenta? Comandava Pence o Trump? E perché così poca polizia? L'anatomia dell'invasione del Congresso fatta da Daniele Raineri.

    

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Alcuni dei rivoltosi entrati al Campidoglio sventolavano bandiere confederate, emblemi nazisti e indossavano indumenti antisommossa come elmetti e giubbotti e tenute militari. Tra loro c'erano adepti di QAnon. Oltre le corna indossate dal rivoltoso che finirà su tutte le prime pagine del mondo, Jake Angeli, e lo show folkloristico, c'è chi ha progettatouna vera insurrezione.

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Un racconto per immagini

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Il giorno dopo. Congresso di nuovo riunito, per dimostrare al paese e al mondo che la superpotenza funziona. Si parla molto di impeachment o Venticinquesimo emendamento contro Trump, asserragliato alla Casa Bianca, anche tra i repubblicani.

 

Due giorni dopo il tentativo di insurrezione, l'8 gennaio 2021, Donald Trump ammette la sua sconfitta in un video su Twitter

   

Il 9 gennaio Twitter decide di rimuovere l'account di Trump. Per la prima volta la piattaforma sospende l’account di Trump, perché il presidente ha lanciato un messaggio ai suoi sostenitori che in teoria doveva invitare alla calma ma in pratica li aizzava. “Siete gente speciale, ci hanno rubato le elezioni”, ha detto il presidente degli Stati Uniti alle fazioni di estrema destra che hanno invaso il Congresso per bloccare il processo che porta alla fine del suo potere. Si discusse di libertà di opinione: fra le voci più illustri nel dibattito, emerse quella di Angela Merkel - di Daniel Mosseri 

    

L'inchiesta del Washington Post

Nell'ottobre del 2021, il Washington Post ha pubblicato un'enorme inchiesta dal titolo "The Attack", che ha coinvolto molti giornalisti del quotidiano e che ha preso, all’inizio del 2022, il premio Pulitzer: si basa su interviste a più di 230 persone e migliaia di pagine di atti giudiziari e rapporti interni delle autorità di pubblica sicurezza, oltre a centinaia di video, fotografie e registrazioni audio. Gran parte delle informazioni raccolte sono servite alla commissione speciale del Congresso per articolare la propria indagine: le testimonianze sono andate in diretta tv negli ultimi mesi e molte delle ricostruzioni di queste pagine sono state ulteriormente verificate, circostanziate e confermate.

 

La prima puntata:

La seconda puntata:

La terza puntata:

La quarta ed ultima puntata:

   

Ricostruzioni e analisi

L’assalto della folla al Congresso il 6 gennaio di un anno fa è stato il primo assaggio della grande eversione americana che ci aspetta. Siamo stati troppo buoni a dimenticare subito e i trumpistas se ne approfittano in vista del 2024. Un’indagine di Paola Peduzzi e Daniele Raineri

    

La storia ci dice che l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio non è stato una fiammata. "Già in passato l’eccezionalismo americano aveva una patina fittizia. Gli Stati Uniti hanno violato i diritti umani in casa e all’estero. E la retorica incendiaria non è certo una novità nella politica americana", ci spiega Alexander Laban Hinton, professore dell'Università di Newark

  

Bandiere e corna

Corna, bandiere ed eterno folklore. L'immagine di Jake Angeli, sciamano d'accatto ma potent, evoca druidi del Po e infiniti altri populismi che, pur votati all'iconoclastia, si cibano di antichi simboli - qui l'articolo di Fabiana Giacomotti

 

La tentazione di infilare Jake Angeli nella categoria "romanizzazione dei barbari" è molto forte. Ma la sua foto indimenticabile merita un'altra didascalia e racconta un’altra storia, tutta americana - di Guido Vitiello

 

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