I jet F-16 dell'aeronautica belga eseguono un sorvolo del Palazzo reale di Bruxelles durante la Giornata Nazionale 2020 (Olivier Matthys/Getty Images) 

A Kyiv servono gli F-16 contro la guerra lunga

David Carretta

L’Ucraina chiede gli aerei e c’è un fronte di possibilisti. La riluttanza di Scholz e le voci dal Pentagono. Biden per ora dice no, mentre Macron non esclude l'invio dei caccia 

 

[Aggiornamento 31 gennaio 2023, ore 10] Gli Stati Uniti non invieranno i caccia F16 all'Ucraina. Nella notte italiana, il presidente americano Joe Biden ha risposto a chi glielo chiedeva che per il momento non è favorevole all'invio di jet alle forze di Kyiv. Biden ha annunciato poi un suo prossimo viaggio in Polonia senza specificare se andrà in occasione dell'anniversario della guerra in Ucraina. 

Emmanuel Macron invece non ha escluso l'invio dei caccia. "Nulla è escluso in linea di principio", ha detto ieri sera il presidente francese e ha sottolineato che ci devono essere dei "criteri" prima di ogni decisione: una "richiesta formulata" dall'Ucraina, che "non vi sia un'escalation", che "non si tocchi il suolo russo ma si aiuti lo sforzo di resistenza" e infine che "non si arrivi ad indebolire la capacità dell'esercito francese".


 

Bruxelles. Dopo aver trascinato per le lunghe la decisione sulla fornitura dei carri armati Leopard all’Ucraina, la Germania potrebbe mettersi di traverso anche al trasferimento degli aerei da combattimento che Kyiv chiede per poter affrontare la prossima fase della guerra lanciata dalla Russia. “Contiamo che le vostre prossime riunioni passeranno alla storia come la Ramstein degli F-16 e dei missili a lunga gittata”, aveva detto il presidente  Zelensky il 23 gennaio, durante il suo intervento all’incontro del Gruppo di contatto a difesa dell’Ucraina. Sabato è stato il  consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, a parlare di colloqui “accelerati” con gli alleati sulla possibilità di trasferire missili a lunga gittata e aerei militari. Secondo Politico, dentro al Pentagono c’è un gruppo di ufficiali che sta facendo pressioni per la fornitura di F-16: “Non penso che siamo contrari”, ha detto un funzionario del ministero della Difesa americano.

  
I portavoce dell’Amministrazione Biden hanno spiegato che nulla è stato deciso, ma che nulla è escluso. Tuttavia domenica il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato che la Germania non fornirà aerei da combattimento. “La questione degli aerei da combattimento non si pone. Posso solo sconsigliare di entrare in una guerra di offerte al rialzo sui sistemi d’armamento”, ha detto Scholz in un’intervista al Tagesspiegel: “Non c’è una guerra tra la Nato e la Russia. Non permetteremo una escalation di questo tipo”.

 

Le stesse argomentazioni erano state usate da Scholz per giustificare la sua riluttanza sul  trasferimento all’Ucraina di artiglieria pesante, sistemi di difesa aerea, carri armati leggeri e (fino alla scorsa settimana) i Leopard. Ogni volta il cancelliere ha superato le sue esitazioni, solo quando gli Stati Uniti gli hanno dato una copertura politica e di sicurezza, fornendo a Kyiv armi simili a quelle tedesche. Anche sui caccia Washington conta più di Berlino, ma questa volta tutti sembrano voler usare la massima cautela.

 

Ieri il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha detto che la fornitura di F-16 da parte di Varsavia non è esclusa, ma solo “in coordinamento totale” con gli alleati. Nel fine settimana, il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha spiegato di essere favorevole al trasferimento di aerei, ma ha aggiunto di non essere a conoscenza di negoziati. Una decisione sugli aerei all’Ucraina potrebbe diventare presto urgente e servirebbero diversi mesi per formare i piloti ucraini ma le ragioni per una svolta su missili e aerei sono rafforzate dalla prospettiva di una guerra lunga.

 

I caccia contribuirebbero a proteggere i cieli e le infrastrutture da missili e droni russi. Gli aerei fornirebbero copertura ai mezzi corazzati occidentali che servono a Kyiv per difendersi da una nuova offensiva russa e lanciare controffensive. I missili consentirebbero di colpire più in profondità i posti di comando e controllo, le caserme dei soldati e i depositi di armi russi. Il loro uso in Crimea scalfirebbe le certezze russe di poter tenere al sicuro la penisola. Ma gli Stati Uniti vogliono avere la certezza che gli ucraini non superino la linea rossa di un attacco in profondità in Russia. Oltre agli F-16, c’è la possibilità di uno scambio con i Mig ancora in dotazione nei paesi dell’est europeo.