festa dell'ottimismo

Metsola: l'Italia deve rimanere “al cuore dell'Europa”

Alla Festa dell’Ottimismo del Foglio, la presidente del Parlamento europeo dice di essere “sempre” ottimista sulla direzione dell’Italia con Giorgia Meloni come presidente del Consiglio

L’Italia deve rimanere “al cuore dell’Europa”, dice al Foglio la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, alla vigilia della formazione del nuovo governo di Giorgia Meloni. Il successore di Mario Draghi, che ha lasciato un segno profondo nell’Unione europea nei suoi 20 mesi come presidente del Consiglio, eredita un lascito pesante. Comprese le conclusioni del Consiglio europeo di ieri sull’emergenza dei prezzi dell’energia, che andranno rese operative nelle prossime settimane, malgrado le resistenze della Commissione di Ursula von der Leyen e della Germania. Alla Festa dell’Ottimismo del Foglio Metsola dice di essere “sempre” ottimista sulla direzione dell’Italia con Giorgia Meloni come presidente del Consiglio. 

 

C’è il rischio che segua il modello di Polonia e Ungheria? “Ho parlato con molti leader dei partiti. Con Meloni, con Enrico Letta, con Antonio Tajani e con Mario Draghi. E il messaggio è stato che l’Italia deve rimanere al centro dell’Europa”, dice Metsola. “Sull’Ucraina le parole di queste persone sono state chiarissime. Sulle relazioni atlantiche sono state chiarissime. Continuerò a guardare all’Italia come il paese pro europeo che è”, spiega Metsola. L’Italia non è solo “uno dei sei paesi fondatori”, importante per la “posizione geografica” e le “dimensioni”. Secondo la presidente del Parlamento europeo, “l’Italia e gli italiani sono un popolo molto pro europeo, che ci dà lezioni di cultura, di libertà di pensiero, di storia accademica. Per me non c’è altra scelta per l’Italia che essere al centro dell’Europa”.

 

Meloni tuttavia va confrontata anche alla prova dei fatti. Secondo Metsola, le scelte per i ministeri dell’Economia, degli Esteri, degli Affari europei e dell’Interno sono “importanti” per confermare “il messaggio europeista che fino a oggi ho sentito”. C’è anche la prova della politica economica. La brutta fine della premier britannica, Liz Truss, deve essere una “lezione” per l’Ue e per il nuovo governo in Italia. Il clima è cambiato rispetto a sei anni fa, quando i britannici scelsero la Brexit. All’epoca “vedevamo molte forze politiche in molti paesi che dicevano che era meglio uscire dall’Europa. Oggi non lo dice più nessuno. Anzi abbiamo una lista sempre più lunga di paesi che vogliono entrare”. Secondo Metsola, “i nostri cittadini capiscono le conseguenze di essere fuori”. Ma le ricette populiste, come quelle adottate da Truss, portano a “instabilità democratica e finanziaria”.

 

L’ottimismo di Metsola si estende all’Europa, nonostante la guerra in Ucraina, la crisi energetica, le difficoltà economiche e le proteste sociali. “L’Ue è più unita di quanto abbia mai visto”, dice la presidente del Parlamento europeo. “Con la pandemia abbiamo scoperto che le soluzioni devono essere a livello europeo. Anche se non previste (dai trattati), anche se siamo in crisi, anche se dobbiamo spendere più soldi”. Nel 2020-21 la risposta furono le emissioni di debito comune di Next Generation Eu e gli acquisti comuni di vaccini. “All’inizio della pandemia, se i paesi fossero andati da soli, quelli più poveri  non avrebbero avuto la possibilità di comprare vaccini e noi non saremmo qui”, ricorda Metsola. Al Consiglio europeo i leader hanno trovato un’intesa politica sul principio del price cap e di un fondo comune per aiutare i paesi che non hanno spazio fiscale. L’Ue è in grado di “trovare soluzioni a livello europeo e trovare la solidarietà necessaria nel momento in cui andiamo verso un inverno che sarà difficile”, assicura Metsola: “I cittadini ci chiedono più Europa. Dieci anni fa non era così. C’era più la tentazione di andare da soli, perché alcuni pensavano di essere più forti da soli. Ma non erano più forti. Quando c’è stata la crisi dell’euro, abbiamo capito che la solidarietà deve essere europea”, spiega la presidente del Parlamento europeo. 

 

Sulla guerra di Vladimir Putin, la risposta dell’Ue è stata ancora più forte e, per alcuni aspetti, sorprendente, dice Metsola, che ad aprile era stata la prima leader delle istituzioni comunitarie a visitare Kyiv dopo l’invasione. “Abbiamo adottato otto pacchetti di sanzioni. Abbiamo preso decisioni senza precedenti. Svezia e Finlandia hanno chiesto di entrare nella Nato”. Può essere “costoso o difficile”, ma “i politici eletti per proteggere la democrazia non possono sottrarsi alla fatica”. Secondo Metsola, “non abbiamo scelta: non possiamo dare a Putin la possibilità di vincere” perché non si fermerà all’Ucraina e domani ci sarà un’altra vittima. Sono gli ucraini che danno “coraggio e speranza”, battendosi per i valori europei e il loro paese, “anche se sono bombardati tutti i giorni indiscriminatamente”. Per Metsola, non può esserci fatica di fronte agli “atti terroristici” di Putin.