Olaf Scholz (LaPresse)

Machtwort

Così Scholz ha usato tutto il suo potere per calmare la sua coalizione

Daniel Mosseri

Per placare lo scontro tra Verdi e Liberali sul nucleare, il cancelliere si è imposto con una sorta di "intervento autoritativo", attraverso cui ha deciso che le centrali a restare in funzione saranno tre ma solo fino ad aprile 2023. Una mediazione tra gli opposti desiderata dei due partiti che restituisce centralità alla sua figura

Berlino. Ha aspettato, ha osservato, ha promosso il dialogo invitando più volte i suoi ministri a trovare un compromesso. Nel lungo scontro sulle centrali nucleari fra il ministro tedesco dell’Economia e del Clima, il verde Robert Habeck, e il titolare delle Finanze, il liberale Christian Lindner, il cancelliere Olaf Scholz ha usato molta pazienza. Il capo del governo federale ha anche dato prova di esperienza evitando di prendere posizione, lasciando cioè che i due ministri più importanti si stancassero l’uno con l’altro. Poi, esaurito la pazienza, il cancelliere ha sfoderato un’arma irresistibile che ha zittito i due contendenti. Si chiama “Machtwort”, un termine tedesco composto da Macht (potere) e Wort (parola). Un’espressione traducibile come “esercizio di autorità” oppure “intervento autoritativo”

 

La Machtowrt utilizzata da Scholz per dirimere la controversia sul nucleare campeggia da giorni sui giornali in Germania. I tedeschi non sono abituati alle coalizioni litigiose e quella che sostiene il governo Scholz lo è tantissimo: un po’ perché è la più eterogenea di sempre, un po’ perché è chiamata a risolvere emergenze come l’invio di armi all’Ucraina o la crisi energetica non previste dall’accordo di programma. Da mesi Verdi e Liberali litigavano sulle tre centrali atomiche ancora in funzione la cui chiusura è prevista per legge entro l’anno. Gli ecologisti hanno cercato di mandarle tutte in pensione a dicembre, i Liberali invece hanno premuto per una proroga giustificata dalla crisi energetica. 

 

Uno scontro del genere affosserebbe con facilità un governo italiano ma a differenza del presidente del Consiglio italiano, il cancelliere tedesco non è un primus inter pares: solo il cancelliere riceve la fiducia dal Bundestag ed è lui (o lei) a scegliere i ministri e a mandarli via se necessario. Soprattutto la direzione – non il coordinamento – della politica interna ed estera spetta al cancelliere. Un’attività che il capo del governo tedesco svolge in souplesse quando nella coalizione regnano armonia e concordia. Non in questo caso: con un atto quasi d’imperio come la Machtwort, utilizzata in forma scritta, Scholz ha deciso che le centrali a restare in funzione saranno tre (come sperato dai Liberali) ma solo fino ad aprile 2023 (come tollerato dai Verdi).

 

Un compromesso imposto dall’alto che restituisce centralità alla figura già un po’ appannata del successore di Angela Merkel ad appena dieci mesi dal suo insediamento. La Machtowrt del cancelliere è vincolante e nel giro di 24 ore il governo ha licenziato un ddl per prorogare la vita dei tre impianti fino ad aprile 2023. La parola passa adesso al Parlamento. Perché a differenza del presidenzialismo, il cancellierato rafforza la governabilità grazie alla primazia del leader dell’esecutivo ma lascia inalterate le prerogative del Parlamento. Sta adesso ai gruppi politici decidere. Ai Verdi, il cui congresso aveva appena detto sì alla proroga di due delle tre centrali, il cancelliere ha chiaramente forzato la mano. Ma anche i Liberali che hanno cantato vittoria dopo la Machtowrt sono insoddisfatti: loro volevano le centrali aperte almeno fino al 2024 come anche l’ordine di nuovo combustibile per gli impianti; nel disposto di Scholz non c’è traccia né della prima né della seconda richiesta. Intanto i capigruppo dei Verdi e dei Liberali hanno dato indicazione ai parlamentari di approvare il ddl.

 

Il governo tedesco esce al momento rafforzato dall’esercizio attivo delle prerogative del cancelliere. Eppure, l’impiego di un’arma così potente da parte di Scholz rivela la permanente fragilità del leader socialdemocratico, ostaggio com’è di due partner fra loro agli antipodi. Preoccupano soprattutto i Liberali, forti dello strategico ministero delle Finanze e in cerca di visibilità dopo la recente bocciatura elettorale in Bassa Sassonia con il partito rimasto fuori dal Parlamento di Hannover. Scholz non può governare a colpi di Machtwort ma se la litigiosità della maggioranza semaforo dovesse riprendere, al cancelliere non resterebbe che un’ultima arma, ancora più forte e rischiosa: chiedere la fiducia al Bundestag. 
 

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