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In Michigan la dem Whitmer fa le prove nazionali contro una trumpiana

Giulio Silvano

La cinquantenne sfiderà Tudor Dixon, repubblicana senza esperienza politica, nell'unico scontro tra donne di tutte le elezioni di metà mandato di novembre. La corsa governatoriale nello stato è molto seguita dagli analisti perché è considerata un barometro dell’umore della middle class americana

Alle presidenziali del 2020 il Michigan è stato uno dei cinque stati passati a Joe Biden dopo aver votato quattro anni prima per Donald Trump. Nel 2018 il governatore Rick Snyder, il nemico numero uno di Michael Moore, considerato responsabile per la crisi dell’acqua di Flint, ha lasciato la guida del Michigan, che ha cambiato colore passando alla democratica Gretchen Whitmer. Alle elezioni di metà mandato, qui non ci sono seggi del Senato al voto, ma la corsa per il posto di governatore è molto seguita dagli analisti politici, perché questo stato è considerato un barometro dell’umore e delle preferenze della middle class americana. 

L’8 novembre Gretchen Whitmer, cinquantenne che prima di esser governatrice già membro della Camera e del Senato dello stato, sfiderà la repubblicana Tudor Dixon, quarantacinquenne trumpiana con zero esperienza politica. Dixon ha lavorato come commentatrice politica per il canale televisivo conservatore Real America’s Voices, dopo una breve carriera nel cinema horror di serie b. L’esperienza televisiva si conferma uno dei trampolini preferiti dei candidati appoggiati dall’ex star di “The Apprentice” Donald Trump. Dixon ha battuto gli altri sfidanti repubblicani in quelle che sono state definite le primarie più caotiche dell’anno, dove uno dei candidati, Ryan Kelley, è stato  arrestato dall’Fbi in piena campagna perché aveva partecipato all’aassalto del 6 gennaio 2021 al Congresso. 

Nel dibattito televisivo che si è tenuto cinque giorni fa, la Whitmer ha detto che le idee della Dixon sono “pericolose”: sostiene parecchie teorie cospirazioniste, tra cui la teoria-regina che nega la legittimità del presidente Joe Biden. La campagna di Whitmer è incentrata sulle politiche messe in moto nel suo primo mandato: lavoro e scuola, due parole d’ordine della classe media. 200 mila nuovi posti nel settore delle auto – la Ford continua a essere il più grande datore di lavoro del Michigan – e ingenti investimenti nella scuola pubblica. La scuola è un tema molto discusso perché la Dixon è stata spinta dalla famiglia DeVos, una delle più ricche d’America: Betsy DeVos è stata il segretario dell’Istruzione nell’Amministrazione Trump e ha cercato di togliere fondi alle scuole pubbliche per spostarli verso quelle private, nello stato e  in tutti gli Stati Uniti.

Whitmer è detestata dai repubblicani non tanto per le sue posizioni, essendo considerata piuttosto moderata, ma per esser stata una delle prime persone a criticare la gestione pandemica di Trump e per aver imposto uno dei primi lockdown statali in America. Nell’autunno del 2020 l’Fbi ha reso noto il piano di alcuni membri della milizia di estrema destra Wolverine Watchmen per rapire la Whitmer e attuare un coup d’état in Michigan. Negli stessi mesi a un raduno nella città di Muskegon, quando Trump ha fatto il nome di Whitmer la folla ha risposto con “lock her up!”, “rinchiudetela!”, che è quello che urlavano quando si parlava di Hillary Clinton nel 2016. Alcuni iniziano a parlare della Whitmer come possibile candidata democratica alle prossime presidenziali. “Se Biden si candida, io non lo faccio”, ha risposto lei. 

Lo scontro tra la Whitmer e la Dixon non è l’unico tra sole donne alle elezioni di novembre. Nel 2022 si è raggiunto il record di candidate governatrici: 25. In Arizona, la trumpiana ex volto telivisivo Kari Lake sfiderà la democratica Katie Hobbs. In Iowa, la repubblicana Kim Reynolds si scontrerà con l’afroamericana Deidre DeJar. La Lake ha detto più volte che non avrebbe certificato le elezioni presidenziali del 2020. La Reynolds, che si è sempre opposta alle politiche restrittive anti Covid, è stata  accusata di razzismo per i suoi video elettorali. Le candidate repubblicane fedeli a Trump sembrano spesso estremiste, anche nella corsa per il Congresso. Marjorie Taylor Greene, candidata filoputniana in Georgia, ha spesso appoggiato posizioni suprematiste, antisemite e legate al movimento QAnon. Kelly Tshibaka, candidata al Senato in Alaska, parla  di “conversioni” per i gay. Le corse governatoriali sono diventate più importanti del passato, perché sono i singoli stati a certificare le elezioni, e questo potrebbe avere una notevole importanza di fronte a figure istituzionali che provano a cambiarne l’esito, come è accaduto con Trump. E poi perché la Corte Suprema sembra andare in una direzione federalista, lasciando lo spazio di decisione ai singoli stati su politiche centrali come il diritto all’aborto, come è successo con il ribaltamento di Roe vs. Wade.