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In Bassa Sassonia l'indecisione federale sul nucleare spinge la destra 

Daniel Mosseri

Il capo dell'opposizione tedesca Friedrich Merz (Cdu) sta trasformando il voto regionale in un referendum sulla sua politica energetica federale. Intanto, fedele alla sua natura di forza antisistema, l’AfD ha abbracciato la campagna per l'atomo con una proiezione di luci proprio sul reattore di Emsland

Berlino. Domenica otto milioni di aventi diritto vanno alle urne per rinnovare il Parlamento di Hannover, la capitale della Bassa Sassonia. La regione, storica cassaforte agricola della Germania, è governata dal 2013 dalla Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz.

Un ottimo motivo per il capo dell’opposizione, il cristianodemocratico (Cdu) Friedrich Merz, di trasformare il voto regionale in un referendum sul governo federale e sulla sua politica energetica. A facilitare l’opera di Merz contribuisce un nome: Emsland. Qui, a 30 chilometri dal confine con i Paesi Bassi, sorge una delle tre centrali atomiche tedesche ancora in funzione e destinate per legge a chiudere entro quest’anno. La storia è nota: economisti, imprenditori e partiti moderati tanto d’opposizione (Cdu) come di governo (i Liberali, Fdp) vorrebbero che l’esecutivo mantenesse le tre centrali in funzione. Il vicecancelliere dei Verdi e titolare dell’Economia Robert Habeck ha invece destinato Emsland alla chiusura, immaginando di chiedere al Bundestag di prorogare la vita solo dei due impianti di Neckarwestheim (in Baden-Württemberg) e Isar 2 (in Baviera) e solo fino alla prossima primavera.

La questione rischia di destabilizzare il premier regionale della Spd, Stephan Weil, che governa a Hannover dal 2013: prima in coalizione con i Verdi e dal 2017 con la Cdu. Secondo un sondaggio condotto da Statista a metà settembre, 57 elettori su 100 sono soddisfatti o molto soddisfatti del suo operato. Le accuse del suo avversario, il vicepremier e ministro regionale dell’Economia, Bernd Althusmann, stanno aiutando la Cdu a recuperare consensi. In campagna elettorale Althusmann ha ignorato i temi regionali spingendo invece sul pedale (federale) del nucleare. Nei suoi comizi il vicepremier ha anche accusato il governo Scholz di aver salvato Uniper (il primo fornitore di metano in Germania) spendendo fior di miliardi ma lasciando le piccole e medie imprese nei guai. Il suo messaggio ha fatto breccia: se a febbraio la Spd era otto punti sopra ai moderati, oggi la differenza si è ridotta a meno della metà. Forse non abbastanza per mettere in pericolo la rielezione di Weil ma abbastanza per rimettere in discussione un’agenda energetica del governo federale segnata dallo strabismo pro e antinucleare rispettivamente dei Liberali e dei Verdi. 


A livello regionale, tuttavia, i Liberali si sono  fatti strappare il testimone dell’energia atomica dalle più esperte mani di Althusmann. Una manovra talmente ben riuscita che, sondaggi alla mano, domenica sera i Liberali potrebbero non farcela a superare l’asticella del 5 per cento per accedere al Parlamento di Hannover.

E le sorprese sul lato destro dello schieramento non sono finite. Perché se un sondaggio Insa diffuso da Bild martedì scorso prevede che l’onda lunga dei Verdi arrivi anche in Bassa Sassonia con il previsto raddoppio degli ecologisti dall’8,5 a circa il 17-18 per cento dei consensi, ancora più sorprendente è il previsto ritorno dell’AfD sopra le due cifre. La rilevazione assegna alla formazione della destra sovranista e revanscista un comodo 11 per cento dei consensi, quasi il doppio rispetto al 6  del 2017. Una crescita tanto più significativa perché attesa in un benestante Land occidentale, detentore fra l’altro del 20 per cento del capitale di Volkswagen, e non in un desolato distretto orientale orfano della Ddr. Fra il 2020 e il 2021, l’AfD si era fatta interprete parlamentare del “pensiero laterale”, nome con cui in Germania si indica la variopinta galassia di movimento No vax e No mask spesso mescolati a frange ora complottiste ora neonazi. Oggi la pandemia da coronavirus non è passata ma da emergenza è diventata normalità. Fedele alla sua natura di forza antisistema, l’AfD ha dunque abbracciato la campagna per il nucleare, chiudendo la campagna elettorale con una proiezioni di luci proprio sul reattore di Emsland. E per non fare la figura del filorusso, un esercizio più proprio ai politici della Germania est, il capolista dell’AfD in Bassa Sassonia, il radiologo Stefan Marzischewski-Drewes, ha inveito in maniera equanime contro la dipendenza energetica, “che si tratti di potentati russi o di sceicchi arabi”. Se la destra farà un balzo avanti ad Hannover, lo schieramento pro atomo alzerà la voce a Berlino.

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